La Fondazione Unesco: «Chiudiamo i passi a ore»

Il nuovo presidente Pichler Rolle lancia la proposta: «Ne parlerò con i sindaci» Ma Mellarini frena: «No a decisioni unilaterali. Sediamoci assieme al tavolo»


di Luca Marognoli


TRENTO. L’Alto Adige ci riprova, il Trentino frena. Nuova sfida muscolare nel lungo braccio di ferro fra Trentino e Alto Adige sulla chiusura dei passi dolomitici. Che assomiglia sempre di più a un dialogo tra sordi.

É l’assessore altoatesino Elmar Pichler Rolle, da pochi giorni diventato presidente di turno della Fondazione Dolomiti Unesco (secondo il principio di rotazione triennale fra le tre province), a gettare il sasso nello stagno. Presentando il suo programma alla giunta provinciale, ha messo fra le priorità la limitazione al traffico sulle strade dei passi, toccando un tasto dolente di cui si dibatte da anni senza che sia stata presa ancora una decisione. «So che il collega Florian Mussner si è impegnato a fondo per introdurre il pedaggio sui passi», dice Pichler Rolle. «L'idea però sta incontrando molti ostacoli. Io penso che qualcosa è necessario fare, da subito. Penso in particolare a come limitare i rumori causati soprattutto dalle motociclette per i quali si lamentano sia i residenti che gli albergatori. I rumori spaccatimpani, provocati in particolare dalle moto, si avvertono anche e soprattutto in alta quota. In certe giornate estive il rumore raggiunge livelli insopportabili. Dobbiamo trovare una soluzione».

Mussner pensa a una misura interlocutoria ma innovativa, che possa stimolare il dibattito e preludere a decisioni ulteriori in futuro. «La prima idea che mi viene in mente - afferma - è chiudere, per un giorno alla settimana e per un certo numero di ore, tutte le strade al traffico. Ne parlerò al più presto con i sindaci interessati e spero di gettare, assieme a loro, le basi per una discussione che possa portare a qualche risultato concreto almeno per il prossimo anno. Una cosa è certa: l'eventuale chiusura delle strade dovrà essere accompagnata da un'efficace azione di propaganda per evitare disagi a quei turisti che arrivano nelle Dolomiti per soggiornare almeno qualche giorno».

Sul fronte trentino la nuova sortita altoatesina viene vista come l’ennesima fuga in avanti. Sgradita. «La nostra posizione è nota e l'abbiamo espressa in diverse occasioni», dice Tiziano Mellarini. «Il problema dell’eventuale chiusura o del pagamento di un pedaggio deve essere decisa da tutti i territori assieme, dopo un confronto».

L’assessore al turismo ribadisce il “niet” alla tassazione degli automobilisti e dei motociclisti. «Noi continuiamo ad essere contrari al pedaggio. Se si parla di chiudere una volta o due i passi in estate è una proposta ragionevole. Ma dobbiamo incontrarci e sederci al tavolo per parlarne. Cosa succederebbe se si chiudesse il Sella su un versante e dall'altro no?». I turisti sarebbero i primi a subirne le conseguenze. E se un sacrificio proprio si deve fare, è meglio prima analizzare a mente fredda i pro e i contro, in un territorio neutro. «Il luogo preposto per riunirsi è la Fondazione Dolomiti patrimonio dell'Umanità, dove si possono evidenziare gli interessi e prendere una decisione».

Il rischio è che si proceda in modo schizofrenico, con ciascuno che decide per il territorio di propria competenza, senza alcuna forma di coordinamento. Non sarebbe una novità. Mellarini cita il caso del casco per gli sciatori: «Da noi in Trentino vige l’obbligo di portarlo fino a 14 anni, altrove no, quindi sei costretto a toglierlo e poi rimetterlo. Quanto ai passi, non credo che la soluzione sia di aprire alcune ore sì e altre no. Noi del turismo e anche chi si occupa di trasporti siamo disponibili a incontrarci: l'importante è l'unitarietà nel prendere una decisione».

Nel particolare, Mussner parla di un giorno di chiusura (seppure parziale) in settimana. Anche qui Mellarini ci va con i piedi di piombo: «Io credo che un’eventuale misura debba essere decisa in modo soft e in maniera concordata».

Parlarsi quindi. Se i confini posti in cima ai passi non sono troppo alti.

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