La donna dalla cella: «Non sono stata io» 

Questa mattina comparirà davanti al giudice per la convalida. L’incredulità dei condomini



TRENTO. «Non sono stata io». Lo ha detto e lo ha ripetuto al suo legale, Angelica Domenichelli, Teodora Marolo, la donna in carcere da sabato con l’accusa di tentato omicidio. E ai carabinieri, quando si sono presentati alla sua porta per portarla a Spini, non ha detto nulla. Ma prima aveva parlato. Quando le indagini sono iniziate, lei era stata una delle persone sentite per ricostruire l’aggressione. E aveva spiegato che all’anziana la legavano rapporti di buon vicinato, che si frequentavano. E che non aveva sentito nulla di quello che era accaduto davanti al suo pianerottolo. Tante domande, tante risposte e alcune contraddizioni. E poi altre parole, quelle dell’aggredita, e quelle di alcuni vicini. I riscontri, i risultati delle indagini hanno portato al fermo. Che oggi sarà portato davanti al giudice per la convalida. E forse sarà l’occasione per Marolo per parlare.

Parlano poco anche gli altri residenti del condominio Itea di via Graberi. «C’erano screzi sì - raccontano - ma i soliti legati a questioni di convivenza tra i condomini ma che non si pensava sfociassero in un evento così grave». Nessuno si aspettava una cosa del genere e c’è voglia di capire qualcosa di più.

Intanto Umberta Degan ha lasciato l’ospedale ma non è tornata a casa. È a Merano a casa di parenti dove sta trascorrendo la convalescente curata e accudita. Le sue condizioni sono buone anche se le conseguenze dei traumi riportati si fanno ancora sentire e le ricordano quello che è successo in un pomeriggio di inizio luglio.













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