L’Upt svolta e prepara il cambio di nome

Patto Mellarini-Dellai per rilanciare il partito: il 28 gennaio assemblea degli iscritti. Rossi? «È presidente fino al 2018»


di Chiara Bert


TRENTO. Nel 2007 si trattava di scegliere se aderire al Partito democratico o fondare un nuovo soggetto politico: Dellai strappò e in Trentino la Margherita divenne Upt. Nove anni dopo il partito si prepara a cambiare di nuovo pelle, ma verso cosa ancora non è chiaro. A un anno dal congresso che ha eletto Mellarini segretario e sancito la spaccatura con Dellai, il 28 gennaio 2017, alla Cantina sociale di Lavis, è convocata un’assemblea degli iscritti che dovrà sancire il rilancio e l’avvio di una fase costituente che dovrebbe portare anche ad un nuovo nome e un nuovo simbolo. Un anno fa il segretario lanciò la proposta di cambiare da Unione per il Trentino a Unione popolare per il Trentino. Ora non si sbilancia: «Non arriveremo all’assemblea già con una proposta, sarà un momento di apertura ai mondi sociali, economici, culturali. Ascolteremo. Ma siamo pronti a rivedere anche la forma partito, magari con un brand che abbia più appeal».

Dopo un anno di guerra interna, il patto tra Tiziano Mellarini e Lorenzo Dellai, sancito due settimane fa dalla nuova segreteria, prova a rimettere l’Upt al centro di un centrosinistra autonomista di cui è stata a lungo architrave ma dove oggi si ritrova stretta tra Pd e Patt, e dove l’assessore tecnico Carlo Daldoss lavora ad un suo progetto politico che parla agli amministratori e alle civiche. L’Upt prova a bruciarlo sui tempi: «Se fonda un partito, non è più un assessore tecnico e noi chiederemo una verifica di coalizione», avverte Mellarini. Che frena anche sul Rossi-bis alla presidenza della Provincia: «Rossi è presidente fino al 2018. In primavera inizieremo un confronto sul bilancio della legislatura e sulle prospettive».

Nella sede di via Lunelli i presenti fotografano il tentativo di ricucitura: in prima fila Dellai e il senatore Vittorio Fravezzi da un lato, il gruppo consiliare dall’altro; due file dietro l’ex segretaria Donatella Conzatti e Eleonora Angeli (tra le new entry con Fravezzi in segreteria), in fondo il vicecoordinatore cittadino Roberto Sani, unico a sottrarsi al coro che celebra l’unità ritrovata: «Abbiamo perso la capacità di ascoltare la gente». Mellarini avverte: «Il partito delle tessere è superato, oggi servono idee e un partito aperto che fa partecipare i cittadini». Dellai lega la fase costituente dell’Upt al progetto del Terzo Statuto: «Del primo Statuto si occupò principalmente Degasperi, del secondo i grandi condottieri locali e nazionali, a Roma e a Vienna. Il Terzo nascerà solo se sarà frutto di un’alleanza tra popolo, corpi intermedi e politica. In una stagione di frammentazione e di crisi della rappresentanza - avverte l’ex governatore - c’è bisogno di simpatia tra popolo e politica. Le identità ideologiche, le sigle nazionali e il potere amministrativo esibito non bastano più». «Non servono mosse tattiche per attrarre il notabile di turno, una fase costituente serve a un partito per interrogarsi sull’idea di società e di autonomia che vogliamo costruire, che per me deve partire da due valori, la solidarietà l’utopia tecnicamente fondata, ovvero un’autonomia riformatrice e aperta».













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