L'inflazione non si ferma: più 2,6%

Sui bilanci delle famiglie trentine pesano soprattutto le spese per i trasporti



TRENTO. L'inflazione continua a salire, ma a Trento rimane più bassa rispetto al dato nazionale. Le cifre diffuse ieri dall'Istat parlano infatti di una variazione percentuale in settembre del 3% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, mentre per quanto riguarda il capoluogo l'aumento è stato del 2,6%, peraltro con una lieve flessione (-0,2%) rispetto al mese precedente. E se il tasso medio d'inflazione raggiunto in settembre a livello nazionale è stato pari al 2,4%, a Trento le cose vanno meglio, ma di poco: qui infatti il tasso medio a settembre è stato del 2,2%, in aumento dello 0,2 rispetto al tasso medio misurato ad agosto (mentre a gennaio era l'1,8%). Dati insomma che non consentono di sorridere e che si spiegano solo in parte con l'aumento dell'Iva dal 20 al 21%: la nuova aliquota è infatti scattata solo il 17 settembre e il suo effetto sull'inflazione si potrà misurare pienamente solo con i dati di ottobre.

L'andamento dell'inflazione nei diversi settori ricalca sostanzialmente le statistiche nazionali: addirittura più alta a Trento (+6,4% contro il 5,6%) la variazione percentuale relativa ai trasporti, ormai tradizionalmente il capitolo di spesa che cresce maggiormente dl punto di vista inflattivo per via del continuo aumento del prezzo dei carburanti. Calano invece a Trento (-1% e -1,1%) le voci relative alla cultura e all'istruzione, che a livello nazionale crescono invece rispettivamente dello 0,3% e del 2,5%. Simili invece gli andamenti locale e nazionale in termini di aumenti per quanto riguarda alimentari, bevande e tabacchi, abbigliamento e calzature, abitazione, mobili e servizi sanitari. Analoga infine la diminuzione (-1,7% nazionale e -1,5% a Trento) per quanto riguarda le comunicazioni.













Scuola & Ricerca

In primo piano