mobilità

L’eterna diatriba tra ciclisti e pedoni

Tante, ben distribuite e con panoramiche mozzafiato: le piste ciclabili attirano i turisti, ma sono anche fonte di contese


di Gilda Fusco


TRENTO. Sarà dedicato alle piste ciclabili, e quindi alla mobilità sostenibile, il caso della settimana. Sul piano delle ciclabili, se ignoriamo i ritardi in alcuni lavori di manutenzione, sembra esserci poco da recriminare alla comunità trentina: sono già numerose, e sempre in aumento. Attirano turisti dal Nord e dal Sud, che oltretutto hanno la possibilità di fermarsi in alcuni Bici Grill dislocati sul territorio.

In effetti, la “due ruote” per antonomasia sembra essere il miglior mezzo di trasporto per godersi la natura e il panorama che le Dolomiti possono offrire: se in auto e in moto si sfreccia con gli occhi incollati alla strada, in bicicletta si può andare più piano e buttare un occhio a ciò che ci sta intorno. Senza contare che anche in città la bici sembra essere una valida soluzione per gli spostamenti, viste le distanze contenute e i numerosi percorsi ciclistici sparsi per le vie: ci si stressa di meno, si fa del sano movimento e si evita di inquinare l'aria. Da quando è stato realizzato il servizio di Bike Sharing, poi, è tutto ancora più facile.

Eppure è soprattutto in città che il problema delle biciclette si fa sentire: non solo per la difficile convivenza tra ciclisti e automobilisti, ma anche tra ciclisti e pedoni. È di pochi giorni fa, non a caso, la dibattuta proposta del consigliere comunale di Rovereto Ruggero Pozzer: l'idea è di multare i ciclisti che sfrecciano troppo velocemente su quei tratti dei percorsi ciclo-pedonali che risultano particolarmente affollati. Il punto, infatti, è che spesso e volentieri ciclisti e pedoni si trovano a dover condividere lo stesso pezzo d'asfalto: vuoi perché i percorsi sono pensati per essere condivisi, vuoi perché talvolta i ciclisti si trovano a dover passare sui marciapiedi.

Ed è qui che nascono i problemi: i ciclisti si lamentano perché spesso i loro concittadini appiedati si fermano in mezzo al passaggio, oppure lasciano che i bambini corrano da una parte all'altra senza prestare attenzione a quello che accade intorno; i pedoni, d'altro canto, inveiscono contro quei pirati che si lanciano a ruota libera in improbabili slalom agonistici, usando i passanti come paletti e urlando loro contro perché non si tolgono di mezzo.

Dove siano i torti e le ragioni è difficile dirlo, ma sono in tanti ad invocare maggiore buonsenso da entrambe le parti.













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