TRENTO

L'architetto: «Via Brennero, un mostro urbanistico»

Toffolon (Italia Nostra): «Asfalto e parcheggi, come nelle più anonime periferie. Manca un progetto di spazio pubblico»



TRENTO. «Là dove dovrebbero sorgere palazzi civili ordinatamente disposti lungo ampi marciapiedi alberati, che offrano servizi di vario genere comodamente accessibili da pedoni, ciclisti e utenti del trasporto pubblico, si vedono solo modestissime costruzioni circondate da vaste distese d'asfalto destinate alla sosta dei clienti, grottesco tributo al dogma suburbano no parking – no business. Un assurdo spreco di costoso suolo infrastrutturato e uno spettacolo deprimente, nonostante le sgargianti insegne luminose che s'innalzano all'angolo di ogni parcheggio. Proprio come nelle più tristi e anonime periferie, ma qui siamo appena fuori il centro storico».

È amara la riflessione di Beppo Toffolon, architetto e presidente di «Italia nostra». Una riflessione maturata passando in un caldo sabato estivo lungo via Brennero e accanto alla nuova Lild. «Al posto dei vecchi ruderi abbandonati (impropriamente definiti "ecomostri") - scrive - c'è ora una mostruosità urbanistica tutta nuova: un enorme parcheggio che circonda una insignificante palazzina. Un insieme indegno persino di una periferia, collocato appena fuori il centro storico».

Da qui la voglia di rimettere le carte in tavola con un’articolata riflessione sulla trasformazione di questa parte della città. 

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