L’Aquila a Beppino Mattei «Omaggio ai lavoratori» 

Dorigatti spiega la scelta: «Le richieste di un luogo che ricordasse la Michelin  finite nel nulla». Ora al Muse un corner sull’ex fabbrica: storia e testimonianze



TRENTO. «La Michelin è stato un simbolo del lavoro per il Trentino tutto. Lavorare nella più grande fabbrica della provincia era una garanzia, perché ritenuto un posto sicuro e perché rappresentava un modello padronale paternalistico, con la colonia, il teatro, il dopolavoro. D’altra parte è stata anche una storia di diritti negati e di conquiste storiche per la classe operaia, perché da lì sono partite la gran parte delle rivendicazioni per tutti gli operai».

Così commenta Bruno Dorigatti, presidente del consiglio provinciale, alla vigilia del conferimento dell’Aquila di San Venceslao a Giuseppe Mattei, il sindacalista che ha incarnato con il suo impegno, prima alla guida della Cisl e poi della Flm per oltre un ventennio, il riscatto della classe operaia, che sarà consegnato alla memoria il 3 maggio, alle ore 18, in sala Depero. «Un riconoscimento - aggiunge Dorigatti - al mondo del lavoro, ed a quello operaio in particolare, che ha rappresentato non solo l’uscita da un mondo prevalentemente rurale del Trentino, ma anche un salto di qualità culturale, che ha messo la dignità del lavoro al centro delle istanze delle componenti più avanzate della società, dagli operai agli studenti. Purtroppo, nonostante le richieste a più voci di mantenere una memoria della Michelin all’interno del quartiere di Piano, non è rimasto nulla. E questo ha amareggiato tutti, perché i segni della Trento operaia sono stati distrutti».

Il massimo riconoscimento al sindacalista che è sempre stato in prima linea sul fronte delle rivendicazioni operaie, facendo uscire la condizione del lavoro da una dimensione subordinata ed autoritaria, è per Bruno Dorigatti un riconoscimento al mondo del lavoro. «Non ricordare quel mondo - spiega Dorigatti - nelle sue articolazioni, dalle imprese, al lavoro artigiano all’agricoltura, ora che viviamo in un mercato del lavoro liquido, mi sembra un torto. Ed il riconoscimento a Mattei è in parte un risarcimento a questa assenza di memoria».

Creare un luogo per testimoniare la presenza della fabbrica dove ora c’è il quartiere delle Albere, che nel periodo di massimo sviluppo occupò 1300 operai, era stata la proposta di Mattei pochi mesi prima di morire, nel dicembre del 2002. Allora c’era stata una grande mobilitazione da parte dei sindacati, dell’associazione Uct, delle Acli e del Museo storico di Trento per mantenere un luogo, un centro di documentazione che potesse raccontare quegli anni di battaglie e di solidarietà tra i lavoratori, per condizioni di lavoro più giuste. C’era stata la costituzione di un comitato per un luogo della memoria da dedicare a Mattei , con la raccolta di migliaia di firme e l’approvazione di un ordine del giorno in consiglio comunale nel gennaio 2003 quasi all’unanimità per impegnare il sindaco (Alberto Pacher) a costruire un percorso di raccolta di testimonianze e documenti sulla fabbrica. Tutto inutile.

Ora un tentativo di lasciare una traccia di quanto distrutto, con le Albere, è affidato al Muse. «Abbiamo allestito una foto di grande dimensioni - spiega il direttore Michele Lanzinger - della Michelin, a conclusione di un percorso sulle trasformazioni del territorio. Un corner, con l’effige di Charlot di “Tempi moderni”, con un touch screen dove apprendere informazioni sulla Michelin. I contenuti sono stati definiti con il Museo storico del Trentino ed a breve si potranno leggere alcune brevi note sulla storia della fabbrica ed ascoltare testimonianze raccolte tra operai e sindacalisti dai ricercatori del Museo storico». Sullo schermo, si potranno cliccare le icone che rappresentano alcuni temi, come la storia della fabbrica, il lavoro e le persone, il rapporto con la città, la memoria. Non è quello che a suo tempo aveva chiesto parte della società civile, ma è meglio che niente. (sa.m.)













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