l’anno giudiziario

TRENTO. «Un aumento sensibile delle cause civili connesso alla difficile situazione finanziaria che il Paese sta attraversando». Ma anche «il dato più preoccupante è l’impennata davvero allarmante...


di Mara Deimichei


TRENTO. «Un aumento sensibile delle cause civili connesso alla difficile situazione finanziaria che il Paese sta attraversando». Ma anche «il dato più preoccupante è l’impennata davvero allarmante dei furti in abitazione che trova certamente fra le cause principali la grave crisi economica e il tasso di disoccupazione giunti a livelli di oltre trent’anni fa». In un quadro positivo - restiamo un’isola dove la giustizia riesce ad essere veloce e la situazione non è comunque allarmante - sia Carlo Maria Grillo, presidente della corte d’appello, che Giovanni Pescarzoli, procuratore generale, sottolineano come a crescere e a raccontare il momento difficile che si sta vivendo, siano i reati che hanno a che fare con l’economia, anche in senso lato.

La crisi e i reati. In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario emerge come i furti in abitazione abbiano avuto una crescita sensibile arrivando a quota 1.495 a livello provinciale, passando da 839 a 1200 nel solo territorio della procura di Trento. E se calano le rapine, aumentano se pur di poco le estorsioni. Guardando al civile «per quanto riguarda i fallimenti - ha sottolineato Grillo - si segnala un forte incremento delle procedure: da 268 a 331 i fallimenti dichiarati, da 77 a 134 le istanze e da 11 a 38 i concordati preventivi. I dissesti accertati hanno riguardato indistintamente i vari settori ma risultano maggiormente coinvolte le imprese edili ed immobiliari, quelle dei trasporti e delle lavorazione del legno. In appello invece si registra un progressivo aumento delle controversie di lavoro». Un aumento del 50 per cento (da 8 a 12) delle truffe per avere erogazioni pubbliche.

La giustizia e la delega. Sulla delega agli enti locali delle attività finalizzate al funzionamento della macchina giudiziaria, Grillo sottolinea come potrebbe essere un «tentativo di sperimentazione per un futuro decentramento più generalizzato dell’organizzazione giudiziaria». L'assessore Gilmozzi ha però chiarito che «la delega non riguarda i magistrati, ma solo il personale amministrativo». Una possibile intesa è valutata positivamente dal procuratore capo Amato.

Gli immigrati e il Papa. Pescarzoli ha definito «sacrosanto» il progetto di abolizione del reato di clandestinità «per la semplicissima ragione che la sanzione per questo reato è di tipo esclusivamente pecuniario con la conseguenza che la sua finalità precipua è quella di intasare le cancellerie più che le procure. S’era ben detto che al reato di clandestinità non poteva riconoscersi alcuna efficacia deterrente nei confronti di chi fugge per disperazione con niente in tasca. Sarà dunque sempre troppo tardi per convincersi che con o senza reato di clandestinità questi disperati continueranno ad arrivare e ad affollare i Cie. che nella loro inefficienza assomigliano sempre più ai lager nazisti reiterando indefinitamente nel tempo il grido “vergogna” lanciato da Papa Francesco».

L’ottimismo. «In Italia c'è già tanto che va male per cui ritengo sia giusto cogliere l'occasione per evidenziare i pochi segnali positivi, che ho colto». Ha esordito così Daniela Longo vice presidente dell’associazione nazionale giudici di pace che ha voluto puntare sui riconoscimenti finalmente ricevuti dalla categoria.

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