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Irruzione degli operai, sospesi i lavori in Consiglio provinciale

Una ventina di ex operai Whirlpool hanno esposto striscioni e cartelli di protesta: “Ex Whirlpool: dov'è il lavoro che ci avete promesso?”



TRENTO. Blitz degli ex operai Whirlpool in Consiglio provinciale a Trento: una ventina di lavoratori sono entrati nelle tribune per il pubblico esponendo uno striscione (“Ex Whirlpool: dov'è il lavoro che ci avete promesso?”) e anche numerosi carelli con la scritta “300 famiglie senza reddito”. A quel punto il presidente del Consiglio, Bruno Dorigatti, ha deciso di sospendere i lavori di discussione generale sulla manovra finanziaria.

In mattinata i lavori erano iniziati con le dichiarazioni dopo la relazione del governatore Ugo Rossi di venerdì scorso. Giacomo Bezzi (Forza Italia) è intervenuto per primo, osservando come la relazione del Presidente Rossi di venerdì abbia avuto connotazioni “più politiche che prettamente tecniche”. Il Trentino sarebbe a detta del Governatore della Provincia “un’isola felice” e il centrosinistra sarebbe “la soluzione migliore per questa terra in termini di amministrazione”. Successivamente il vescovo don Lauro Tosi ha rimarcato che su alcune questioni anche in Trentino “c’è ancor strada da fare”.

Due le questioni di rilievo rispetto alle quali il vescovo ha lanciato una sfida alla politica: diseguaglianze e giovani. I dati, approfonditi dal consigliere di Forza Italia rivelerebbero un forte divario negativo per Trento rispetto a Bolzano: 6,4% rispetto al 3,4% per la disoccupazione e 27 e 12 per quanto riguarda lo stesso tasso riferito ai giovani. Ma è il Pil che rivelerebbe a suo avviso la differenza più preoccupante: dal 95 al 2001 la Provincia di Trento riuscì a recuperare su Bolzano, mentre dal 2008 in poi si è assistito a dieci anni di tracollo, perdendo 2 miliardi di Pil rispetto alla vicina provincia altoatesina. Ogni anno stiamo perdendo miliardi e i dati su disoccupazione, esportazione, presenze turistiche, sofferenze bancarie non fanno che confermare questo trend rispetto a Bolzano: abbiamo due sistemi economici differenti, non è populismo, non è colpa delle opposizioni, e solo se prendiamo atto di queste differenze e ci smarchiamo da una rincorsa delle politiche di Bolzano riusciremo a garantire una prospettiva a questa terra.

Non si può trasformare il Patt in una DC e il Presidente Rossi ha solo una strada, ha concluso Bezzi che ha detto di credere “che questo bilancio sia falso”: “cambiare rispetto ad una linea politica di decadenza e che difende lo status quo, che continuerà a far perdere ulteriori punti di Pil rispetto a Bolzano oppure il futuro del Trentino sarà triste e isolato”.

Il leghista Maurizio Fugatti ha convenuto con il collega Bezzi che la relazione di Rossi è stata “scarna dal punto di vista tecnico”, un aspetto che ha definito “un punto di debolezza che nasconde una volontà di difesa, di autocommiserazione e di giustificazione per quanto sta accadendo in Trentino”. La Giunta ha riequilibrato alcuni aspetti fiscali e ridefinito le aliquote dell’Irap (la quota ordinaria del 2,3% nel 2016 è stata aumentata al 2,68%).

Un’impresa che riesce a mantenere lo stato dell’occupazione è già eroica: crediamo che sia sbagliato che questi soggetti si vedano aumentata l’aliquota Irap, ha osservato e questa è una scelta che non ci sentiamo di condividere. Simile il discorso sull’Imis ove l’aliquota base rimane allo 0,79 contro lo 0,76 della vicina Bolzano. Contestato anche il contributo di scopo, un aggravio dell’imposizione Imis, uno strumento in più che si da alle amministrazioni comunali, ma che potrebbe comportare dei rischi, introducendo un meccanismo di diversità tra le amministrazioni per il modo in cui potrebbe essere applicato in questo particolare momento storico.

La manovra nasconde a suo avviso una generale mancanza di visione: si interviene a posteriori su problematiche e su difficoltà che si sono evidenziate da tanto tempo. Poi Fugatti ha proseguito sul piano politico, rivolgendosi al Presidente Rossi e all’atteggiamento che ha definito di “arroganza e presunzione”: “non serviva che venisse qui in questo contesto a spiegarci che è fiero di aver fatto la campagna referendaria per il sì, così come non serviva che lei venisse qui a dirci che non ha intenzione di candidare alle politiche”. E sulla relazione al bilancio: tra i settori in cui avremmo raggiunto traguardi importanti ed eccellenti, il Governatore Rossi ha citato università, centri di ricerca, alternanza scuola-lavoro. stabilizzazione dei precari, creazione di start up, servizi sanitari.

Fugatti ha preso in esame alcuni di questi passaggi, su molti dei quali siamo a suo parere in forte ritardo, su altri non si riscontrano grandi innovazioni. Infine, il consigliere della Lega ha citato il cosiddetto “modello Whirpool” per la ricollocazione del personale, il problema delle casse rurali e la riforma del credito cooperativo rispetto al quale si registra un “assordante silenzio della maggioranza” ed altri passaggi problematici sui quali si è ripromesso di tornare nel corso del dibattito.

“I trentini vi hanno bocciato perché voi non capite le problematiche che li assillano”, ha aggiunto Fugatti esaminando alcuni passaggi della relazione “perché vi manca la sensibilità verso le difficoltà della gente”.

Manuela Bottamedi (Misto) ha premesso di aver assistito la settimana scorsa alla Camera dei deputati al dibattito sulla fiducia a Gentiloni, con il futuro presidente del Consiglio sempre in aula, mentre il Governatore Rossi qui si assenta spesso e volentieri e non ha capacità di “ascoltare”, quando invece l’ascolto dovrebbe essere il primo passo per il confronto: “un avvio deficitario piuttosto grave” ha aggiunto.

Dopo questa premessa la consigliera si è concentrata sulla manovra e sulla relazione illustrata venerdì scorso dal Presidente. L’intero impianto di questa finanziaria manca a suo avviso di una visione e di idee nuove. La relazione parte dalla solita autoreferenzialità ed è incapace di fotografare la vera realtà. Un’autoreferenzialità ottimista che però non sarebbe sostanziata dai fatti, dato che scorrendo i dati riferiti a tutti gli indicatori non siamo primi in nulla e rispetto alla provincia di Bolzano “viene da piangere”.

Dai primi anni 2000 in poi abbiamo assistito ad un declino del Trentino, mentre al contrario l’Alto Adige volava in tutti i parametri economici. Perché questa disparità, nonostante la crisi economica abbia sicuramente prodotto scompensi anche a nord di Trento? Questa era la domanda a cui rispondere, una fotografica impietosa, ma realistica da cui si sarebbe dovuti partire. Ora più che mai il nostro Trentino avrebbe bisogno di uno sforzo di immaginazione e di fantasia, in discontinuità rispetto al passato. Ci sono, nella relazione, troppi passaggi di autocommiserazione, che descrivono un presidente debole e in difficoltà. E nel contempo scarsa capacità di autocritica rispetto al referendum ed all’andamento economico della nostra terra. Contestato anche l’atteggiamento sull’Europa rispetto alla quale Bottamedi ha detto che “non è l’unico sogno da perseguire”. Noi stiamo vivendo un principio di declino che se non riusciamo a correggere ci porterà situazioni irreversibili. Mi aspetto un Trentino in vetta, fiero ed orgoglioso della sua specialità, un Trentino che riparte e che in questa manovra continuo a non intravedere.

Sulla scuola, ad esempio: non c’è nulla riguardo alla formazione, digitalizzazione, innovazione tecnologica che mancano totalmente nel sistema trentino e che ci metterebbero al passo con il resto del mondo. Un dato su tutti: nello spirito d’impresa (imprese per numero di abitanti) siamo al 65mo posto in Italia. Anche sul Clil la consigliera è stata critica: questo metodo, giocato tra l’altro al ribasso e ancora molto fragile, non realizzerà gli obiettivi prefissati. Sulla ricerca occorrerebbe ridefinire le priorità perché non si vedono ricadute sul sistema locale.

Sulla natalità Rossi è stato realista: per fare figli però occorre fiducia e la si ottiene con un’economia che riparte: non bastano gli asili nido. Gli sgravi introdotti nella manovra andrebbero corrette ampliando il plafond di coloro che ne usufruiscono perché allo stato attuale premiano una ristretta fetta d’imprese escludendone altre di virtuose. L’impresa deve tornare al centro dell’attenzione della Giunta, troppo concentrata sul sistema cooperativo trentino definito da Rossi “insostituibile, unico motore della nostra economia”. Il sogno non può essere solo quello europeo, ma il sogno deve essere quello di un Trentino che rinasce, ha concluso.

Claudio Cia (Misto) ha richiamato le parole di mons. Tisi che ha richiamato la politica ad “una maggiore attenzione all’uomo della strada”. Cia ha visto nelle parole del vescovo “una tiratina d’orecchie a quest’aula e l’ammissione della distanza tra le istituzioni e i cittadini”. Nella relazione di bilancio di Rossi si dicono molte cose non vere e se ne tralasciano altre, ha aggiunto. Il Trentino, dice il Presidente, sarebbe una terra in cui si vive bene, però Cia ha ricordato che i nuovi poveri (soprattutto anziani) risultano essere saliti di molto anche qui e il contesto è drasticamente mutato in peggio rispetto al passato. Una grande preoccupazione c’è anche per quanto riguarda i giovani: nella provincia di Trento passiamo dal dato del 5,3% di maschi inoccupati e 13% delle donne del 2004, agli attuali 12,2 e 18,3% rispettivamente.

Accanto a questo Cia ha rilevato una bassissima crescita della popolazione, dato particolarmente grave se consideriamo che molti giovani stanno abbandonando il nostro territorio per andare a cercare fortuna all’estero. Altro dato che dovrebbe fare riflettere quello riferito all’aumento delle sofferenze bancarie e delle patologie psichiatriche. Le famiglie con figli sono sempre meno, a fronte di un aumento delle famiglie di un componente.

Claudio Civettini (Civica Trentina) ha osservato che il Trentino è diverso da quello descritto da Rossi nella relazione di bilancio e tuttavia non si può definire “apocalittico”: sarebbe disonesto descriverlo così, sebbene ci sia la necessità di una svolta che possa dare ai cittadini la fiducia necessaria alla crescita. Il consigliere della Civica ha osservato che quello che manca a questa maggioranza -ed anche all’opposizione, ha aggiunto- è la capacità di confrontarsi sui progetti e di capire quale sia il bene comune da raggiungere: “se non riusciremo a fare questo sforzo di confronto falliremo tutti”.

Se a Trento si sono 8000 emendamenti alla manovra mentre a Bolzano se ne contano una sessantina, significa che è mancato un dialogo con le opposizioni nei mesi precedenti la discussione di bilancio. La “pochezza” della proposta tecnica di Rossi si sarebbe potuta molto migliorare attraverso un maggiore dialogo tra maggioranza e opposizione. Civettini ha annunciato alcune proposte, che avrà modo di illustrare, per migliorare la manovra con alcuni passaggi bipartisan. Noi siamo pagati per confrontarci e per trovare delle soluzioni e raggiungere alcuni obiettivi di bene comune e questo non significa “inciuciare” con nessuno, ha concluso.













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