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Invita a casa due ragazze: ottantenne derubato

Il pensionato denuncia: dopo una cena a casa sua, il prelievo di 1700 euro con il bancomat rubato. Ma l’avvocato Valer fa annullare il processo


di Luca Marognoli


TRENTO. Giovani ed eleganti. Sexy e spregiudicate. Quanto basta per far perdere la testa a un pensionato di 81 anni, che si è subito - forse un po’ troppo facilmente - impietosito nel sapere che una di loro aveva un bimbo di sei mesi, era senza un compagno e bisognosa di aiuto. Un incontro che gli è costato una cena e 1700 euro: quelli prelevati dalla coppia di fanciulle con il suo bancomat.

La vicenda, stando alla versione dell’accusa, inizia un giorno di metà febbraio: sono quasi le 8 di sera in piazza Lodron, quando una ventenne trentina, che si presenta come quasi trentenne, gli viene incontro sorridendo, come se lo conoscesse da sempre. Lei si presenta come Chanel, un nome da telenovela che fa effetto, è ben vestita ma magra come un chiodo: gli racconta di essere in cerca di lavoro per mantenere se stessa e il figlioletto, non avendo nessuno a cui affidarsi. Lui, interdetto e forse lusingato, ci casca: la porta prima in un bar vicino, dove le offre una bibita e una brioche, poi nell’ufficio che usava quando lavorava ancora, in centro storico, per aiutarla - dirà poi ai carabinieri - a redigere un curriculum. Nel tragitto, si ferma a uno sportello bancomat e preleva del contante, facendo attenzione a non essere visto da occhi indiscreti quando compone il codice Pin. Una volta in ufficio regala venti euro alla giovane bisognosa, che accetta il “pensiero” ma rifiuta sia di farsi fotografare sia di mostrargli la carta di identità da allegare al documento, poi lo saluta e se ne va.

Passa un giorno e la ventenne torna a farsi viva, con una chiamata, da un telefono pubblico del centro. Dice di avere trovato il suo numero sulla vetrina dell’ufficio. È più o meno la stessa ora del primo incontro e la ragazza dà appuntamento al pensionato di lì a poco, non lontano da piazza Duomo. Si presenta però non sola: con lei un’amica di origine brasiliana più matura, sembra sui trenta, e descritta dall’uomo come molto formosa ed elegante. Quando la vede il pensionato non sembra dispiaciuto di farsi accompagnare da due belle donne: le porta a casa sua, in un palazzo nelle vicinanze. Le due donne si offrono di cucinare e preparano una cenetta, che poi consumano tutti e tre assieme. In amicizia. Il pensionato tuttavia non si fida completamente delle nuove amiche e, quando va in camera sua a lasciare la giacca, estrae il portafoglio e lo nasconde sotto un maglione.

A un certo punto Chanel dice di dover andare: si è fatto tardi e il bambino deve essere allattato. Ci si saluta tutti, con l’auspicio di rivedersi presto: è stata una bella serata. Passano pochi minuti però e sul cellulare dell’anziano arriva un Sms: non è un saluto o un bacio della buona notte; è l’avviso della banca che con la sua carta bancomat sono stati prelevati 1.750 euro. Lo sportello utilizzato è quello di Ravina.

Delle due donne, dopo la denuncia, viene individuata solo Chanel, che risulta avere un altro nome.

Ieri, alla prima udienza in tribunale, il colpo di scena: il processo (per furto aggravato e prelievi fraudolenti con carta bancomat) è stato annullato e gli atti restituiti al pm perché l’udienza preliminare non era stata celebrata. Il giudice ha accolto in toto la richiesta dell’avvocato difensore, Giuliano Valer: si riparte quindi dalle indagini preliminari. Nel merito Valer contesta le affermazioni del denunciante che aveva detto di poter riconoscere la donna da una cicatrice da parto cesareo. «Quella cicatrice - dice Valer - non esiste». Sta ora alla Procura decidere se chiedere, oppure no, un nuovo rinvio a giudizio dell’indagato.













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