Internet e sicurezza: un bambino su 3 naviga da solo

Dodici scuole trentine hanno organizzato una giornata di sensibilizzazione su questi temi in occasione del "Safer Internet Day", l'8 febbraio


Jacopo Tomasi


TRENTO. Facebook e Twitter sono il pane quotidiano per la maggior parte degli adolescenti, i cosiddetti "nativi digitali". La vita virtuale inizia sempre prima, tra i 6 ed i 9 anni, e scorre parallela a quella reale. Anche le "strade" del web, però, nascondono rischi, talvolta più pericolosi proprio perché invisibili. Dalla pirateria all'annullamento della privacy. Ecco perché 12 scuole trentine hanno organizzato una giornata di sensibilizzazione su questi temi in occasione del "Safer Internet Day", l'8 febbraio prossimo. La giornata internazionale per favorire l'uso sicuro, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie, soprattutto da parte dei più giovani, è stata promossa da Insafe e dall'Unione europea. L'obiettivo è quello di sensibilizzare, attraverso una serie di iniziative, bambini e ragazzi sulle potenziali insidie del web. Anche il Trentino ha deciso di mobilitarsi con un evento ad hoc che si svolgerà martedì 8 febbraio al liceo scientifico Galilei di Trento, che l'ha organizzato in collaborazione con la Polizia postale, l'esperto Michele Facci ed il supporto di Unicef e del portale Unimondo.org. All'appuntamento hanno aderito altre 11 scuole: Da Vinci, Prati, Rosmini, Artigianelli e Tambosi di Trento, Martini di Mezzolombardo, Marie Curie di Pergine Valsugana, Rosmini e Marconi di Rovereto, Pilati e Russell di Cles. La mattinata sarà riservata agli studenti, che potranno partecipare a più conferenze nelle diverse aule. Il pomeriggio, invece, sarà aperto anche alla partecipazione di insegnanti e genitori. Al centro, come annunciato, i rischi ai quali possono andare incontro i ragazzi navigando su internet. I giovani, infatti, si avvicinano sempre prima alla rete. Secondo i dati forniti dal Compartimento regionale della Polizia delle comunicazioni, diretto dalla dottoressa Tiziana Pagnozzi, 30 ragazzi su 100 tra i 6 e i 9 anni navigano da soli, senza l'aiuto degli adulti. All'età di 12 anni si prende già contatto con Facebook e, in media, si passano in chat 3 ore e mezza al giorno "chiacchierando" spesso con sconosciuti. Numeri preoccupanti per i quali è necessario intervenire "facendo cultura", come spiega Mauro Berti, responsabile dell'ufficio indagini pedofilia di Trento. «E' fondamentale fare informazioni sull'utilizzo di certi strumenti che vengono usati in modo poco consapevole. Come Compartimento, per questo, ogni anno facciamo oltre 80 incontri nelle scuole, nei teatri e nelle parrocchie per diffondere tra giovani e adulti una cultura digitale». Proprio in questa direzione va l'iniziativa del Galilei. Far capire che il web non è soltanto un gioco o un passatempo. Scaricando musica o film, ad esempio, si può andare incontro a responsabilità penali. L'amatissimo Facebook azzera la privacy. «I ragazzi - continua Berti - non ci pensano, ma quando pubblicano qualcosa on line, dalle foto ai dati personali, non è più di loro proprietà. Può fare il giro del mondo ed essere usata in ogni modo». Positivo, certo, ma anche negativo. Insomma, serve un approccio consapevole alle nuove tecnologie, così come ai videogiochi che spesso possono causare dipendenza. E la scuola ha il dovere di informare i giovani sui rischi della realtà virtuale, come sottolinea il preside del Galilei, Flavio Dalvit, che ha fortemente voluto il "Safer Internet Day" in Trentino. «La scuola - conclude - ha una responsabilità importante perché ha un contatto diretto con i ragazzi. Con gli strumenti che ha a disposizione deve fare educazione per mettere i ragazzi nelle condizioni di usare le nuove tecnologie in modo consapevole».

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