giudiziaria

Insulta e picchia la figlia perché non lava i piatti

La giovane, minorenne all’epoca dei fatti, ha denunciato il padre violento e ha raccontato che spesso la cacciava di casa perché non faceva le pulizie



TRENTO. Una situazione familiare difficile, per una figlia che assiste alla separazione dei propri genitori e che deve subire soprusi e violenze da parte del padre, da quando quest’ultimo pretende che sia la figlia a sobbarcarsi la gran parte delle faccende domestiche.

È in questo difficile contesto che è sfociata la decisione della diciannovenne, residente a Trento, che all’epoca dei fatti era minorenne, di denunciare le violenze del padre, spesso verbali, ma talvolta anche fisiche. La studentessa decide che il bicchiere è colmo in occasione di un diverbio, accaduto nell’ottobre dell’anno scorso, quando per un suo commento sul detersivo della lavatrice, il padre la chiudeva a chiave in bagno e la strattonava, prendendola per il collo ed impedendole di respirare. Ricorda la ragazza che l’epiteto più gentile è stato “sei un animale” e che le ha ripetuto, come altre volte, che se non le andava bene dove stava, “poteva andare a vivere con la madre”.

Il risultato è stato sette giorni di prognosi, come prova il certificato medico che riporta “contusioni multiple da percosse”. Fatti, sostiene nella denuncia, che non sono isolati, dato che tali violenze si sono ripetute nel tempo. Come in un episodio precedente, nell’estate dell’anno scorso, nel quale il padre la cacciò di casa perché non aveva lavato i piatti. In più di un’occasione la ragazza si è trovata sulla strada ed ha dovuto farsi ospitare dalla madre.

La situazione è diventata pesante, da quando il padre ha una nuova compagna con la quale ha avuto due figli, e questo obbligherebbe la figlia non ancora ventenne ad accollarsi tutte le faccende domestiche. E questo, sostiene la giovane, ha anche compromesso il suo rendimento scolastico. Infatti, racconta nella denuncia, «sono stata bocciata per due anni» e questa convivenza difficile non ha fatto che aggravare anche le sue condizioni fisiche, che ha bisogno di cure fisiatriche, ma anche dell’assistente sociale.

Insomma, una vita d’inferno, con un padre manesco, che però non si fa scrupoli a lasciare la figlia da sola tutta l’estate perché da giugno ad agosto va in vacanza nel Paese di origine della compagna.

Inevitabile la denuncia del genitore violento, che ora dovrà rispondere davanti al giudice delle accuse di abuso di mezzi di correzione e di disciplina ai danni della figlia allora non ancora maggiorenne e con una vita già segnata da soprusi e violenze.

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