Infanticidio di Trento: alla badante l'eredità Giovannoni-Fedrizzi

Lo aveva deciso Gualtiero Giovannoni nel suo testamento redatto un paio di anni fa (quindi prima della morte del figlio della nipote Francesca e dell'accusa di infanticidio nei suoi confronti)



TRENTO. Metà del patrimonio al figlio e metà alla badante che lo ha accudito per tanti anni. Così aveva deciso Gualtiero Giovannoni nel suo testamento redatto un paio di anni fa (quindi prima della morte del figlio della nipote Francesca, prima dell’arresto di quest’ultima e dell’iscrizione nel registro degli indagati del figlio Enzo e del medico di famiglia). Un testamento redatto davanti ad un notaio che con la morte di Gualtiero, avvenuta il 21 novembre scorso, è diventato effettivo.
Il 50 per cento del patrimonio riconosciuto al figlio di Ines Fedrizzi, moglie di Gualtiero, è la cosiddetta legittima, ossia la quota dell’eredità che spetta di diritto agli eredi diretti. E, nel caso di Gualtiero, ad Enzo. Dell’altra metà dell’eredità, invece, l’anziano ha potuto scegliere senza alcun tipo di vincolo e ha scelto di assegnarla interamente a Wilinska Wieslava, la badante polacca che prima si era presa cura di Ines e Gualtiero e poi, con la morte della pittrice, si era occupata dell’uomo. Un rapporto consolidato nel tempo, una presenza evidentemente preziosa per l’anziano che così ha deciso di riconoscere alla donna un ruolo importante anche nel suo testamento.
Al momento la situazione è però congelata. L’eredita consiste nel palazzo di Cognola (dove, secondo l’accusa si è consumato l’infanticidio dalla sera del 26 giugno scorso), in tutti gli arredi e nei quadri e nell’archivio di Ines Fedrizzi. Difficile quantificare il valore di tutto questo che, però, è molto probabile che superi abbondantemente il milione di euro. Denaro di cui nessuno, in questo momento può godere. Manca un inventario dell’eredità che, quindi, non è stata divisa. In attesa che venga fatta una lista e che venga dato un valore ad ogni singolo oggetto lasciato da Gualtiero Giovannoni, la parte nobile del palazzo di Cognola è stata chiusa. E dentro l’archivio e le opere di Fedrizzi. Un patrimonio culturale ed artistico che forse potrebbe interessare la Provincia.
Nel resto della casa vivono la badante - che lì ci sta da oltre dieci anni assieme al figlio - e Cristiano Fusaro, il fidanzato di Francesca Bolzoni Giovannoni nominato custode dallo stesso Enzo.
La famiglia di Ines Fedrizzi era salita ai clamori della cronaca per un episodio inquietante che aveva scosso Trento. I fatti, secondo la ricostruzione della procura, risalgono al 26 giugno scorso: nella villa di Cognola è in corso una cena per salutare Enzo, in procinto di ripartire per Santo Domingo. Oltre a Francesca, a Enzo ci sono il dottor Mauro, il compagno di Francesca, Cristiano Fusaro, il nonno Gualtiero Giovannoni e la sua badante Wilinska Wieslawa. Durante la cena Francesca partorisce, avvolge il bimbo in alcuni asciugamani e lo lascia in un sottoscala. I «miagolii» vengono uditi dalla badante che ne cerca la provenienza, ma prima che la donna tocchi il fagottino, interviene la Francesca che, secondo la polacca, soffoca il piccolo. A far sparire il corpo il medico, richiamato a casa da Enzo.

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