Due episodi 

Incidenti simulati per veri risarcimenti

Trento. Nel corso della lunga indagine del Ros dei carabinieri sono stati anche “intercettati” due finti incidenti. Ossia veri danneggiamenti alle auto di due degli arrestati che sono stati...



Trento. Nel corso della lunga indagine del Ros dei carabinieri sono stati anche “intercettati” due finti incidenti. Ossia veri danneggiamenti alle auto di due degli arrestati che sono stati “modificati” per essere ripagati dall’assicurazione. Due episodi che non vengono contestati come reati perché manca la querela di parte ma che vengono comunque riportati per descrivere i soggetti interessati. Ed è possibile che la contestazione (fraudolento danneggiamento dei beni assicurati) venga fatta in un momento successivo.

Il primo episodio viene registrato il primo giorno del 2019. Una delle persone che sarà poi arrestata, a Calceranica, trova il suo suv parcheggiato poco prima, danneggiato. Da due testimoni arriva a sapere chi ha fatto il danno alla portiera e tutto sembra concludersi nella maniera normale, con una constatazione amichevole. Ma è in quel frangente che il danneggiato scopre di essere senza copertura assicurativa e chiede quindi all’altro di cambiare la data dell’incidente. In modo da aver il tempo di stipulare un’assicurazione. La risposta è però negativa e quindi deve cercare una soluzione alternativa. Che - stando agli elementi raccolti - è quella del raggiro all’assicurazione. Cosa succede? Che rinnova l’assicurazione e poi si dà appuntamento con un suo dipendente a Trento nord e si fa danneggiare la portiera simulando un incidente con un camion. Il copito di denunciare l’avvenuto viene quindi dato al carabiniere romano anche lui arrestato (è ai domiciliari) nell’ambito dell’operazione Perfido.

Pochi giorno dopo - quindi sempre a gennaio dello scorso anno - l’altro fatto. A monte c’è il danneggiamento da parte di ignoti della macchina di uno degli arrestati. Un danno calcolato fra i 1.500 e i 2 mila euro. E visto che con l’amico la questione era stata risolta anche in questo caso, sarebbe stato simulato un incidente con quindi un danno per l’assicurazione che ha liquidato. «Per quella cosa è tutto a posto. Il perito è una brava persona e che non è di qua» si ascolta in un’intercettazione.

Ma c’è anche un altro aspetto, ed è quello del lavoro. Lavoro necessario per allontanarsi dalla Calabria. In particolare due fratelli di uno degli arrestati sarebbe stati assunti a Trentino Trasporti grazie all’appoggio di un amico all’interno dell’azienda che avrebbe procurato le domande ai due. Domande che servivano per iniziare superare (poi c’erano altre prove) una selezione per un lavoro a tempo determinato. Assunzioni lontano dalla Calabria che sarebbero state necessarie anche perché a “casa” c’erano delle dinamiche pericolose e tanto interesse nei confronti dei due da parte delle forze dell’ordine.













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