In Trentino le pensioni sono «povere»

L'assegno annuale di vecchiaia è di molto inferiore alla media nazionale


Robert Tosin


TRENTO. I pensionati d'oro non abitano a Trento. I dati diffusi dall'Istat rivelano una sorpresa, legata più al sentimento comune che alla statistica: gli assegni annuali sono più bassi della media nazionale e sensibilmente inferiori a quelli percepiti nel Lazio, in Lombardia e pure Sicilia e Sardegna. Pochi sono dietro il Trentino: Molise, Abruzzo, Basilicata, Veneto, Calabria. Ad abbassare la media - ma questo vale più o meno in tutte le regioni italiane - ci sono le pensioni delle donne, di gran lunga più leggere di quelle dei maschi.

Se in provincia di Trento un uomo intasca poco meno di 20 mila euro di pensione all'anno (stiamo parlando di medie), le donne superano di poco i 12 mila euro a fronte di numero di pensionamenti simile a quello maschile. La media complessiva porta a 16.184,93 euro come assegno di vecchiaia. I pensionati più ricchi vivono nel Lazio e qui la capitale e la mole di occupazione pubblica che permette fa di certo la differenza. Qui si parla di un assegno annuale che sfiora i 21 mila euro pur con una considerevole disparità tra uomo e donna: al primo vanno in tasca 24 mila euro all'anno, alla seconda solo 16 mila.

La seconda regione più ricca per i pensionati è la Liguria, seguita dalla Lombardia, il cuore della finanza italiana, oltre che dell'industria. La regione che fa penare di più i pensionati è il Molise che fa campare i propri anziani con 14 mila euro all'anno. E se in Trentino i pensionati non navigano nell'oro, va anche aggiunto che sono 38 mila coloro che vivono con l'assegno integrato al minimo e che devono tirare avanti con 10 mila euro all'anno. In questo caso ovviamente la differenza tra maschi e femmine è di poche decine di euro.

Un po' meglio va, rispetto al resto d'Italia, ai trentini che vengono aiutati da una pensione di invalidità o inabilità. Ce ne sono poco più di 10 mila e percepiscono un assegno medio di 12.600 euro all'anno. In questo caso le donne agevolate sono circa un migliaio più dei maschi a livello numerico, ma intascano viceversa un migliaio di euro in meno a fine anno. E' curioso poi notare che in Trentino i pensionati più giovani sono quelli che hanno gli assegni più sostanziosi. Il picco di incasso medio, infatti, si ha nella fascia d'età fra i 55 e i 59 anni: 17 mila euro, ben di più di quelle che contabilizzano le fasce successive.

La classe più numerosa di pensionati è quella che va dai 65 ai 69 anni: oltre 25 mila persone che si dividono poco più di 390 milioni di euro. In media si tratta di 15.500 euro annuali. Se restiamo tra gli "anziani", chi percepisce di meno è la classe tra i 75 e i 79 anni: solo 14 mila euro all'anno. Non così male va ai 1500 ultranovantacinquenni che possono contare su un assegno da 15.700 euro. Tanto per restare sui numeri è curioso notare che nella fascia tra i 60 e i 54 anni ci sono 23.800 trentini che percepiscono la pensione, ma anche tra quelli più giovani di quattro anni il numero non è proprio irrisorio: 11.578. Pensionati più giovani sono davvero pochissimi e semmai si tratta di persone che hanno pensioni di altro tipo rispetto a quelle di vecchiaia.

I trentini che "a riposo" ricevono più di 3 mila euro all'anno sono 4500, poco meno quelli che viaggiano tra i 2.500 e i 3000. Ce n'è una buona fetta (8.400) che va dai 1.750 ai 2.000 e 6.200 che intascano dai 2.000 ai 2.250 euro mensili. Ma, se può servire a consolazione, la maggior parte dei trentini non riceve di pensione più di 1.300 euro al mese e in questa categoria le donne sono in maggioranza, a differenza delle fasce di importo maggiore dove i maschi sono sempre in prevalenza. Molto nutrita - è la seconda classe per presenza dopo quella che va dai mille ai 1.300 euro - è la fascia che va dai 500 ai 750 euro. Qui troviamo ben 19.300 trentini. In questo caso, però, molto spesso si tratta di qualche assegno di reversibilità.

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