In Trentino cresce la febbre da gioco

Aumentano i locali stile casinò e le slot machine in bar, pizzerie e tabaccai


Jacopo Tomasi


TRENTO. Anche in Trentino sale la febbre da gioco d'azzardo e, di conseguenza, aumentano i locali in stile casinò. Solo a Trento ci sono 10 sale da gioco, dato cresciuto sensibilmente negli ultimi anni. Senza contare i bar, le pizzerie ed i tabacchini della provincia che hanno deciso di installare al loro interno fino a 5 "giochi" per attirare la clientela. Secondo uno studio effettuato nel 2010 da Agipronews, l'agenzia specializzata in giochi a pronostico e scommesse, in Trentino Alto Adige ci sarebbero oltre 5.000 slot machine. E' questo, infatti, il gioco che "tira" di più nella nostra provincia ed il numero di "macchinette" presenti è aumentato sensibilmente negli ultimi 4-5 anni. A Trento le sale da gioco autorizzate dal Comune sono attualmente 10. Si tratta degli esercizi pubblici dove l'attività prevalente è quella dell'intrattenimento attraverso giochi in rete. Negli anni scorsi un vero e proprio "boom" era stato il Bingo in via Suffragio. Adesso l'ultima "creatura" di questo genere è sorta nel quartiere di Cristo Re, all'angolo fra via Lavisotto e via Fratelli Fontana. Qui la Adria Gaming Bolzano ha aperto l'"Admiral Club" - 300 metri quadrati con una trentina di slot e videolottery - seconda filiale dopo quella di Trento Nord inaugurata nel 2007. Segno evidente che il mercato c'è, eccome. Basta un dato per capirlo: ogni macchinetta, tra Trentino e Alto Adige, "mangia" ogni giorno in media 301 euro. Seconda cifra più alta d'Italia, alle spalle delle Marche. A questi locali nati per il gioco d'azzardo, si aggiungono tutte quelle realtà che si sono invece prestate, col tempo, alle scommesse. Sono sempre di più, infatti, i bar, le pizzerie e i tabacchini che al loro interno riservano spazi alle "macchinette mangia soldi". Bar, ristoranti e pizzerie possono installare, in forza della licenza di pubblico esercizio, fino a 5 giochi senza ulteriore specifica autorizzazione. Impossibile, dunque, fare il conto di quante ce ne siano in giro. Diversa la questione per le rivendite di giornali e tabacchi. In questo caso, infatti, possono collocare 5 giochi chiedendo, però, l'autorizzazione comunale. Ad oggi quelle autorizzate dal Comune di Trento sono 20. Alcuni esempi? Il locale "Al Marinaio" di Trento Sud al suo interno ha una sala dedicata al gioco d'azzardo. «Nelle navi - spiega il titolare, Giovanni Groff - ci sono spazi dedicati al gioco e avendo ripreso lo stile di una nave abbiamo voluto riservare anche qui da noi uno spazio per questa attività. E' comunque un gioco diverso dalle slot, meno frenetico, e legato ad un jackpot nazionale che ci porta una clientela diversa». Nei mesi scorsi, in centro, ha destato qualche polemica la vicenda della "Vecchia Trento" che al suo interno (e ora acquisendo l'edicola accanto) vorrebbe dar vita ad un mini-casinò con slot machine collegate alla rete. Un fenomeno in costante aumento, che riscuote sempre più successo e trova sempre più giocatori, mentre calano invece le scommesse sportive. Dopo l'exploit fatto registrare in occasione dei Mondiali di calcio in Sudafrica, l'estate scorsa, con un + 107% nel luglio 2010, i dati degli ultimi mesi in Trentino sono in costante calo. La parola "gioco", però, non deve trarre in inganno. Il fenomeno delle slot machine, infatti, è legato alle nuove dipendenze, come sottolinea la psicologa Serena Valorzi. «Giocare d'azzardo - spiega - dà l'impressione di essere meno rischioso rispetto alle droghe classiche, ma anche questo può dare dipendenza e se lo si diventa è difficile uscirne da soli. Spesso serve un trattamento e l'unica soluzione è prevenire». Secondo l'esperta non c'è un identikit ben definito del giocatore d'azzardo patologico. «Si va dal giovane precario che cerca qualche soldo per mettere su casa al pensionato che non vuole pesare sui figli. Spesso giocano per non pensare a nulla o per avere una "botta" d'adrenalina. Questo - però - rischia di generare la dipendenza», conclude.

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