sanità

In Trentino 76mila fumatori: e il tabacco c’è anche a scuola

I dati diffusi dal dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria: fuma un trentino su cinque. Particolarmente esposti i giovani, con le sigarette accese in oltre un istituto su due



TRENTO. Ogni anno il 31 maggio ricorre la Giornata mondiale senza tabacco indetta dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità.

Per l’occasione sono numerose le iniziative di sensibilizzazione organizzate dalla Lilt del Trentino, che ha diffuso anche i dati sui fumatori raccolti dall’osservatorio epidemiologico del dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria.

Al 2022, in provincia di Trento sono 76.000 le persone che fumano, equivalenti al 21% della popolazione.

L’abitudine al fumo è più diffusa tra gli uomini (26% contro il 17% delle donne), i giovani (18-24 anni 29%, 50-69 anni 15%), le persone con bassa scolarità (23%, laurea 18%) e quelle con maggiori difficoltà economiche (31%, senza 20%).

L’1% fa uso dei cosiddetti ICOS (tabacco riscaldato) e il 2% usa la sigaretta elettronica; la metà circa di chi fuma la e-cig lo fa in combinazione con la sigaretta tradizionale.

A confermare che il contesto di vita e le amicizie condizionano le scelte di ragazzi e ragazze rispetto a fumo e nicotina ci sono i dati della Global Youth Tobacco Survey 2022: il consumo è più diffuso tra chi ha amici fumatori (31%, nessun amico 4%), compagni di classe fumatori (23%, nessun compagno 7%) e almeno un genitore fumatore (27%, nessun genitore 14%).

A fronte di questi dati, le campagne della Lilt del Trentino si sono concentrate sull’importanza di fare informazione in modo corretto e adeguato soprattutto nei confronti dei più giovani (nel 53% degli istituti si fuma negli spazi esterni, nel 20% anche all’interno).

«Sebbene la ripetitività di slogan contro il fumo e di campagne come queste possano sembrare poco utili e per qualcuno addirittura stancanti, dati e fatti dimostrano che Lilt non può rinunciare a compiere questo costante lavoro di sensibilizzazione e informazione» commenta l’associazione.

«Quando si vuole fare educazione alla salute, spesso il modo più efficace è iniziare dai più piccoli» afferma il Presidente della LILT trentina dottor Mario Cristofolini. «A maggior ragione se si tratta del fumo, perché più bassa è l’età in cui una persona inizia a fumare, più alta è la probabilità che poi faccia consumo abituale di tabacco e perché proprio i bambini e i giovani a loro volta possono portare ai loro pari e agli adulti ciò che imparano».

È importante ricordare anche la pericolosità del fumo passivo, causa di malattie e morte prematura fra chi non fuma. A inizio 2023, a 20 anni dall’introduzione della Legge Sirchia che stabiliva il divieto di fumo nei locali pubblici chiusi, il Ministro della Salute Schillaci ha annunciato la proposta di estendere tali divieti, per esempio in altri luoghi all'aperto in presenza di minori e donne in gravidanza e vietare anche l’uso di sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato.

 













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