In tre hanno già il biglietto per Roma 

Sicuri dell’elezione sul proporzionale Fraccaro, Rossini e Schullian. A rischio il Pd ed è lotta fratricida nel centrodestra


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Il Rosatellum non lascia fiorire le speranze di molti sul proporzionale. E chiude le porte in faccia a candidati eccellenti come quello di Lorenzo Dellai, mettendo del resto a serio rischio anche l’elezione di un esponente del Pd. Vediamo: rispetto a cinque anni, fa quando la consultazione si rivelò una vera e propria beneficiata per il centrosinistra autonomista regionale (con una pattuglia extra large di nove eletti), nel marzo prossimo il proporzionale ripartito secondo la nuova legge sarà molto meno generoso. Ad avere soddisfazione senza alcun margine di dubbio, saranno ancora una volta la Svp e, per via dell’accordo siglato con il Patt, gli autonomisti trentini, anzi l’autonomista, visto che la legge prevede che al secondo posto ci sia una donna. Salvo sconquassi c’è ancora un solo candidato che è pressoché certo di staccare il pass per Roma, ed è quello che verrà messo capolista del listino dei Cinquestelle. Il quarto biglietto per il Parlamento dovrebbe essere nelle disponibilità dei Dem ,con Forza Italia e Lega che in Regione potrebbero finire a disputarsi il quinto ed ultimo posto disponibile. Per le altre forze politiche ci vorrebbe un vero e proprio exploit.

Ma vediamo nel dettaglio, riferendoci alle proiezioni più accreditate. Partendo cioè dal numero di voti incassato dai partiti nel 2013, ritarati secondo quello che dicono sondaggi e buonsenso. Quest’ultimo dice che la Svp partirà come minimo dai 150 mila voti che ottenne nel 2013. Che ci sarà un balzo in avanti dei Cinquestelle e che il Pd finirà per pagare scissioni e diaspore, Liberi ed Uguali in primis.

In questo panorama l’Svp vedrà eletto al primo posto il deputato uscente Manfred Schullian, seggio blindato. Al secondo posto e quindi pressoché certo di tornare in Parlamento si dovrebbe piazzare Riccardo Fraccaro salvo scelte diverse dalle parlamentarie. Il terzo posto, frutto di un coefficiente di circa 40 mila preferenze, è ancora della Svp che lo ha ceduto in anticipo al Patt. La parità di genere vuole che sia donna e ad oggi l’indicazione è per Emanuela Rossini. Con i primi tre posti assegnati al 99%, si apre la bagarre per gli ultimi 2 posti, con forbici da 10 mila voti, cioè piccole: se il Pd confermasse un bacino di voti da 100 mila preferenze, come nel 2013, non avrebbe problemi. Con quello che si è detto, invece, rischia: attorno ai 75 mila avrebbe comunque un coefficiente di oltre 37 mila voti che si tradurrebbe in un quarto posto: forse riservato da Roma al ministro dei trasporti Graziano Delrio che, ad ogni modo, si proteggerebbe anche in altri collegi, tirando magari la volata alla seconda.

La lotta fratricida a questo punto sarebbe tra Forza Italia (con Michaela Biancofiore) e Lega Nord (Maurizio Fugatti): accreditati di un coefficiente tra i 33 ed i 27 mila voti (metà di quello ottenuti), se la giocano. Biancofiore, come è nella consuetudine dei fedelissimi del Cavaliere, potrebbe essere a sua volta riprotetta su un di un collegio proporzionale più sicuro, con Fugatti che insiste per correre anche sull’uninominale in Valsugana. E Dellai? Nel 2013 Scelta Civica portò a casa un risultato eccezionale in Regione, sfiorando gli 80 mila voti: il candidato era presidente della Provincia uscente e la lista faceva riferimento all’allora premier Monti. Cinque anni più tardi sono in pochi a pensare che la Civica Popolare della ministra Beatrice Lorenzin possa portare a termine quella che si prospetta come una vera e propria impresa: arrivare al 3% a livello nazionale. Se ci riuscisse è molto probabile che la lista trainata dall’ex governatore ottenga in Trentino un risultato tale da riportare Dellai in Parlamento.













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