In funicolare dalla stazione a Povo

Il progetto prende forma: sotto terra fino a via Grazioli, poi in superficie


Chiara Bert


TRENTO. Si sale in cabina alla stazione e dopo pochi minuti si scende in piazza Venezia. Oppure si prosegue, risalendo lungo via Grazioli, negli spazi sotterranei degli ex rifugi antiaerei, fino alle Dame di Sion. Di qui, in superficie, la funicolare punta verso Mesiano e Povo. Ecco il disegno per collegare la città alla collina est. Un sistema di mobilità leggera che farebbe coppia con la funivia ipotizzata per raggiungere il Bondone: partenza dall'ex Sit (dove verrebbe trasferita la stazione delle corriere), tappa al futuro parcheggio nell'ex cava Italcementi, e di qui verso Vaneze e Vason. Un'altra pagina da aggiungere al libro dei sogni cominciato con l'interramento della ferrovia e passato per la «Val» che avrebbe dovuto portarci da Gardolo al nuovo ospedale? Il dubbio è lecito, ma questa volta c'è qualcosa in più di una suggestione.

A breve sarà pronto il documento messo a punto dal gruppo di lavoro a tre (Provincia, Comune, Trentino Trasporti) per ripensare la mobilità cittadina. Un approdo che parte dalle previsioni del piano urbano della mobilità approvato nel 2009 dal consiglio comunale, ma che non poteva non tenere conto della difficile congiuntura finanziaria che si ripercuote sulle casse della Provincia e del Comune. L'obiettivo è garantire soluzioni efficaci a costi contenuti, sia di realizzazione che di gestione. Metropolitana di superficie da nord a sud.Il progetto è in fase più avanzata per quanto riguarda la dorsale nord-sud (vedi Trentino di ieri), dove si prevede di potenziare la ferrovia Trento-Malé, ripristinando le vecchie stazioni e prolungando il tracciato verso sud, fino al Not: un disegno che consentirebbe parallelamente di trasformare via Brennero da strada di attraversamento a strada urbana, con due corsie per le auto e due riservate agli autobus, riducendo il carico di traffico (40 mila veicoli al giorno) che oggi attraversa interi quartieri dal Tridente a Gardolo. Funicolare dalla città a Povo.

Il progetto di riordino della mobilità affronta, seppur ad uno stadio più embrionale, anche il collegamento est-ovest. Dove si affacciano ipotesi suggestive. A dominare lo scenario sono in questo caso i sistemi a fune, pensati per un tratto anche sotto terra. Della funivia dall'ex Sit al Bondone, passando per Piedicastello, ha parlato il presidente della Provincia Lorenzo Dellai in un recente incontro in Comune. Ancora da svelare invece la soluzione per il collegamento dalla città verso est, Mesiano e Povo. «Una destinazione che, grazie alla presenza dell'Università, ha il vantaggio di garantire un flusso consistente e costante di persone dal centro città alla collina», spiega l'assessore comunale alla mobilità Michelangelo Marchesi.

In questo caso l'idea di massima prevede una funicolare che per un primo tratto correrebbe interrata, dall'ex Sit a Piazza Venezia, polo di attrazione e snodo strategico della viabilità cittadina: un tunnel che dovrà passare ad una profondità di 14-15 metri, oltre la zona archeologica. Da piazza Venezia il tracciato - come già ipotizzato in passato - potrebbe proseguire sfruttando le vecchie gallerie scavate come rifugi antiaerei della seconda guerra mondiale che risalgono lungo via Grazioli fino al Fersina.

Alle Dame di Sion la cremagliera diventerebbe aerea, sul modello di quella che a Innsbruck collega il centro storico con la Hungerburg, la montagna che sovrasta la città. Un sistema a cabine basculanti in grado di affrontare un percorso con pendenze variabili. Costi e fattibilità. «È un'ipotesi con una sua ratio, nell'ambito di un sistema di mobilità leggero che passa per piazza Venezia», spiega Marchesi. «Stiamo lavorando a soluzioni che siano il più possibile concrete, con costi modesti e tempi di realizzazione ragionevoli. La convergenza con la Provincia mi fa essere ottimista».













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