AGRONE. La chiesa di Sant’Antonio Abate è stata restaurata e ieri ad Agrone - in occasione della festa patronale e presente l’arcivescovo Luigi Bressan - quello storico luogo di culto è tornato alla sua gente. Con Bressan in processione per le vie del paese gli arcipreti di Pieve di Bono, padre Artemio Uberti, e il collega di Condino don Vincenzo Lupoli. Una tradizione molto partecipata. A portare a spalle la statua del Santo, acquistata nel 1912, i confratelli con la consueta veste bianca bordata di rosso.

Nel corso della messa (resa ancora più solenne dalla presenza della corale parrocchiale) il presule all’omelia si è detto “onorato di ritrovarsi in questo edificio dove solo pochi mesi fa uno dei suoi giovani ebbe la gioia di essere affidato alla missione sacerdotale”.

A rappresentare il comune il vice sindaco Paolo Franceschetti, che qualche meritata parola l’ha riservata al sagrestano Gelmino Armani. «Durante l’intera fase di recupero, quest’uomo è stato di vero aiuto affinché l’opera andasse a compimento».

La sagra di paese, gestita dal Circolo culturale padre Remo Armani, comprendeva nella serata di sabato un concerto di chitarra e flauto nonché un incontro – sempre in chiesa – con il progettista Enrico Mazzucchi. Poi nella tarda serata di ieri un torneo di briscola, il concorso per la miglior torta proposta dalle donne di paese e la cena a base di polenta e spiedo.

La chiesa è stata consacrata il 20 luglio del 1530 e due anni dopo fu possibile abbinarle il campanile. Poi nel 1719 venne ampliata e nel 1750 dotata di un altare maggiore di stile barocco. Durante la Prima Guerra mondiale il paese di Agrone venne evacuato e la chiesa - adibita a magazzino - subì danni e furti. Sparirono anche le campane, rimesse nel 1929. Poi il primo aprile del 1944 la curazia di Agrone venne eretta parrocchia . (a.p.)