Il sindacato ha inventato la gita «anti-shopping»

In pullman dal Millennium a Malga Mortigola per scoprire come una passeggiata possa essere più gratificante di un pomeriggio in un centro commerciale



ROVERETO. Più che una vera e propria contromisura strategica, un investimento in cultura del tempo libero. Dimostrare con semplici esempi che chi ha la fortuna di vivere in un territorio paesaggisticamente ricco come il nostro, ha mille modi migliori per passare una domenica rispetto a chiudersi dentro un centro commerciale. Alla fine, divertendosi più e spendendo sicuramente meno.

La Uil Tucs del Trentino ieri ha lanciato la «gita anti-shopping»: partenza in pullman dal parcheggio del Millennium verso le 11 per Malga Mortigola. E lì passeggiata per prati e boschi, visita alla stalla dell’agritur e pranzo. Ulteriore passeggiata e quindi ritorno a valle verso le 17. Tutto con una spesa di 20 euro a testa.

«Eravamo in 35 - dice Walter Largher, uno degli organizzatori - e ci siamo divertiti. Contenti tutti i partecipanti; un’ottima giornata. Certamente più sana e meno banale del rinchiudersi in un centro commerciale a fare shopping».

Il sindacato non è una pro loco nè un’agenzia che organizza il tempo libero. Ovvio che una iniziativa di questo tipo incuriosisca: è del tutto nuova, anche concettualmente, rispetto ai tradizionali strumenti della lotta sindacale. «E’ sicuramente un modo diverso di fare battaglie sindacali - conviene Largher - ma riteniamo che in questo momento possa essere forse più produttivo di altri meno fantasiosi. Il problema vero è culturale: l’affermazione di un modello che vede il consumatore come in qualche modo privo di alternative. E propone il centro commerciale come luogo per il tempo libero e la socialità. E’ un discorso che va oltre gli aspetti delle ripercussioni per i lavoratori del commercio, che sono quelle che ci riguardano più strettamente come sindacato, ma che non ci sembra possa essere ignorato. Tantopiù nella consapevolezza che in questo momento affrontare il problema solo dal punto di vista delle leggi e dei contratti diventa ogni giorno più complicato. Per noi la domenica dovrebbe essere dedicata a tutt’altro che a riprodurre i meccanismi di tutti gli altri giorni della settimana. Vale per chi lavora nel commercio, ma anche per i cittadini e consumatori».

E quindi la gita «anti-shopping» diventa strumento di lotta, come e più di uno sciopero. Forse solo l’assenza di acquirenti può frenare la liberalizzazione selvaggia.(l.m)

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