Il progetto: papa Wojtyla patrono delle Dolomiti

La proposta viene dal Cadore, a pochi giorni dalla beatificazione a Roma



TRENTO. Il beato Karol Wojtyla patrono delle Dolomiti. In particolare delle Dolomiti protette dall'Unesco. La sollecitazione arriva da Lorenzago del Cadore, dove Giovanni Paolo II soggiornò per sei volte, ma interessa direttamente anche il Trentino, il cui territorio rappresenta il cuore delle Dolomiti. E dove è ancora nella memoria di tutti la visita che il Papa polacco fece, a Trento, nell'aprile del 1995, dove venne per la beatificazione di Giovanni Nepomuceno de Tschiderer. Un legame forte quello di Wojtyla con le Dolomiti. E' nel luglio del 1996 che da Lorenzago ammonisce: «Dinanzi alla maestà dei monti, siamo spinti ad instaurare un rapporto più rispettoco con la natura». E aggiunge: «Allo stesso tempo, resi più coscienti del valore del cosmo, siamo stimolati a meditare sulla gravità delle tante profanazioni dell'ambiente perpretate spesso con inammissibile leggerezza». E' anche questo il Wojtyla - in dimensione «montanara» - che ai piedi delle Dolomiti cadorine verrà commemorato tra il 30 aprile ed il 1º maggio in occasione della beatificazione a Roma. Ma torniamo alla nostra provincia. La visita trentina di Giovanni Paolo II si colloca all'apice del pontificato. Nel 1995 Karol Wojtyla aveva già espresso i punti forti del suo magistero. L'attentato in Piazza San Pietro si era consumato, le maggiori encicliche erano state diffuse, il muro di Berlino era crollato, l'impatto mediatico della sciata in Adamello con Pertini (1984) aveva lasciato la sua impronta. Il Papa era già malato, ma si trovava ai primissimi stadi del Parkinson. A Trento già portava il bastone, ma camminava spedito, ed il bastone gli servì solo per agitarlo di fronte ai giovani che in piazza Fiera, la domenica pomeriggio 30 aprile, lo acclamavano e gli dedicavano le loro musiche rock. Col bastone il Papa le dirigeva. Fu un momento, forse non più ripetuto, di felice abbandono. Ed è così che Trento ricorda Papa Wojtyla. Quel giorno felice di domenica vi fu anche, all'Interporto, la beatificazione del vescovo Tschiderer. Accorsero centomila trentini, un abitante su quattro, ed il Papa se ne compiacque. Venne anche il vescovo Egger da Bolzano e fu il segno che Trento e Bolzano, nonostante la crisi della Regione, erano e sono fortemente unite sotto il profilo etico e religioso. Le Dolomiti che videro il Papa sciatore prima, camminatore sui sentieri poi, come le migliaia di appassionati di questo grande monumento naturale, cementò ancora di più il rapporto speciale che si instaurò tra Giovanni Paolo II e i trentini e le genti di montagna.

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