il caso

Il pitbull e le aggressioni al parco di Trento: l’Enpa chiede di intervenire

Dopo la denuncia di Lisa, e una seconda aggressione l’associazione chiede alle istituzioni di fare qualcosa. Per recuperare l’animale e aiutarlo 



TRENTO. Si schiera con forza al fianco di Lisa Paginati l’Enpa di Rovereto. E lo ha con un lungo comunicato della presidente Ivana Sandri in cui si chiede di intervenire per recuperare il pitbull protagonista, pare, di un’altra aggressione, contro cani dopo quella al parco della Predara.

Non è bastato il coraggio di Lisa a mettere fine agli attacchi che a Trento stanno spaventando molti proprietari di cani. Lei ci aveva "messo la faccia" ed aveva allertato le Forze dell'ordine, quando i suoi amati animali erano stati aggrediti da un cane lasciato libero dal proprietario, evidentemente poco attento sia alle norme che al benessere del suo animale.

Ma Lisa aveva agito anche per quel cane sconosciuto: lo aveva visto mentre veniva preso a calci e pugni, quindi aveva deciso di sporgere denuncia anche per maltrattamento, affinché il povero cane aggressore (la sua preoccupazione era rivolta anche a lui) venisse sequestrato, per consentirgli di essere affidato a chi sapesse davvero garantirgli una vita serena, nel rispetto del suo benessere.

Confidava nel fatto che, forti del suo esempio, anche altri proprietari di cani aggrediti tirassero fuori il coraggio, per fermare le aggressioni e difendere i propri animali da ulteriori possibili attacchi.

Ma nessun altro aveva seguito il suo esempio, presentando un esposto, e Lisa era stata anche molestata e minacciata in pieno centro storico di Trento, proprio perché lei sola ci aveva messo la faccia in maniera concreta.

Ora un altro tassello si è aggiunto alla storia: sembra che un altro cane incolpevole sia stato aggredito. Incolpevoli lo sono i cani aggrediti, come lo è anche il cane aggressore, perché un soggetto equilibrato e sereno, non sottoposto ad addestramenti atti ad alterare i normali comportamenti di specie, non aggredisce immotivatamente un consimile, rischiando di rimanerne a sua volta ferito.

A causa dell'amore per i suoi cani e alla lodevole premura per tutti gli altri cani, nonché per aver agito secondo le regole del vivere sociale e del rispetto delle leggi, facendo ricorso - correttamente - alle Forze dell'ordine e alla Magistratura, Lisa si trova a combattere da sola una battaglia di civiltà in favore di tutti i cani coinvolti in questa brutta storia di animali in vari modi maltrattati.

Ma non deve rimanere sola, non può essere lasciata a difendere in solitudine valori essenziali di una società civile: da una parte la sicurezza dei cittadini, dall'altra i diritti degli animali. Epa condivide il suo rispetto per gli animali, che non si esaurisce nelle parole, ma si esplica in azioni concrete e coraggiose.

Facendo nostro il suo appello, chiediamo che il cane segnalato per le aggressioni intraspecifiche, forse perché intenzionalmente addestrato, e a sua volta verosimilmente maltrattato, venga recuperato dal punto di vista comportamentale, smettendo di rappresentare un pericolo per i consimili, e venga affidato a chi sappia occuparsene nel rispetto delle esigenze etologiche, consentendo il suo reintegro nell'ecumene.

Con forza sollecitiamo le Istituzioni e le Forze di polizia affinché agiscano rapidamente e decisamente, garantendo la sicurezza dei cittadini e la tutela degli animali, cosicché tutti i proprietari di cani tornino a vivere serenamente nella nostra città".













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