«Il Patt si è sacrificato ora uno spazio in Regione»

Panizza: «Sulla giunta non abbiamo forzato per garantire la governabilità» Kaswalder: «Nessuno ha condizionato Rossi. Daldoss? Mai visto al partito»


di Chiara Bert


TRENTO. «Il Patt? Ha fatto responsabilmente un sacrificio nel nome della governabilità, meglio una giunta stabile e senza mal di pancia». A 24 ore dal varo della giunta Rossi, il segretario autonomista Franco Panizza rivendica: «Non abbiamo forzato». E guardando alla partita che si aprirà per i posti in Regione, presidenza del consiglio e assessorati, cala le carte: «Ragioneremo con la Svp e con la maggioranza, il Patt rivendicherà una rappresentanza, in consiglio o in giunta lo vedremo. Per la natura regionale del nostro partito, e anche per i rapporti con la Svp, è evidente che ci aspettiamo di avere uno spazio». Panizza non fa nomi, ma in rampa di lancio ci sono il presidente del partito e neoconsigliere Walter Kaswalder, per la presidenza del consiglio regionale o per l’assessorato agli enti locali, ma anche Diego Moltrer da Fierozzo, vera sorpresa delle urne con le sue 4776 preferenze, rimasto come previsto a bocca asciutta nella nuova giunta provinciale.

Se delusione c’è in casa autonomista, per l’unico assessorato ricevuto in dote dal proprio presidente, viene abilmente dissimulata. Kaswalder, che da subito aveva lanciato ai suoi l’avvertimento a non ripetere l’errore del ’93 con la corsa alle careghe, oggi conferma convinto: «Nessuno di noi ha puntato i piedi, anzi della giunta siamo stati informati da Panizza mezz’ora prima che Rossi firmasse il decreto di nomina. Nessuno sapeva niente, l’unico appunto che è stato fatto è sulla Protezione civile, una competenza che il presidente ha sempre tenuto per sè (Rossi l’ha invece affidata a Mellarini, ndr), ma a Rossi abbiamo dato carta bianca. Lavoreremo in consiglio con serietà per diventare il primo partito».

Il segretario Franco Panizza parla di una «giunta più bilanciata, e dunque più stabile»: «Il Patt la giudicherà dagli atti, c’è un programma ambizioso vedremo come l’esecutivo riuscirà a tradurlo in fatti». «Certo - aggiunge - sarebbe stato bello un secondo assessorato, ma sapevamo tutti che era difficile ottenerlo perchè avrebbe subito creato fibrillazioni con gli alleati e il presidente Rossi si sarebbe subito trovato a lavorare tra i mal di pancia. Meglio una giunta stabile, farà bene per il Trentino e anche per il Patt. La forza sarà nella regia di Ugo Rossi, che la novità più grossa». Sull’assessore esterno, che ha subito sollevato obiezioni dal Pd, Panizza replica: «Quelli del Pd non mi sembrano rilievi politicamente significativi. Chi l’ha detto che l’assessore tecnico non debba avere una valenza politica? Carlo Daldoss è stato scelto perché ha le mani in pasta, è uomo molto pragmatico e ha doti di mediazioni. È un politico a tutti gli effetti e dovrà fare delle scelte. Ma un assessore risponde alla coalizione al programma». Il problema semmai, rileva il segretario del Patt, è che «sei assessori sono pochi», «questa scelta di ridurre i numeri della giunta per tagliare i costi della politica io non l’ho condivisa, era meglio lasciare una giunta a 8 visto che la Provincia ha quasi le competenze di uno Stato». Panizza spiega che per quanto riguarda il Patt, al di là delle competenze pesanti di Michele Dallapiccola (agricoltura e turismo) e del presidente Rossi (a partire dall’istruzione), «dietro gli assessori ci saranno i consiglieri». «Abbiamo un gruppo con professionalità marcate che intendiamo valorizzare in un rapporto virtuoso con la giunta». Concetto esplicitato da Kaswalder: «Graziano Lozzer è esperto di agriturismo, Moltrerdi caccia e pesca. Potremo dare una mano a Dallapiccola ma non solo».

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