Il parroco muore e lascia un milione in eredità

Don Iseppi, economo della Curia, ha lasciato gran parte dei suoi risparmi alla parrocchia di Vo’ Sinistro


di Giancarlo Rudari


AVIO. Un milione di euro. A tanto ammonta l’eredità lasciata in beneficenza da don Ettore Iseppi, parroco di Vo’ Sinistro ed economo della Curia per moltissimi anni, scomparso il 16 marzo scorso. Un’eredità ingente, frutto dei risparmi di una vita dedicata agli altri e degli interessi sugli investimenti oculati effettuati nel corso degli anni dall’anziano sacerdote scomparso all’età di 92 anni. E nel suo testamento don Ettore ha stabilito la ripartizione della sue eredità: il 60% alla parrocchia di Vo’ Sinistro (la “sua” parrocchia che lo ha accolto nel 1954 e nel cui cimitero è sepolto), il 20% alla casa di riposo del clero, il 15% invece alla congregazione delle suore di Parma che gestivano il “Sanaclero” di Arco (del quale era stato anche amministratore) e il rimanente alla domestica che per 14 lunghi anni ha accudito don Ettore e il fratello don Luigi, anche lui sacerdote nel piccolo paese.

E’ stato il parroco di Sabbionara-Vo’ Destro e Sinistro don Gianpaolo Tomasi a dare la notizia delle volontà testamentarie del suo predecessore durante la messa domenicale. E il fatto che gran parte (600.000 euro) dei risparmi di don Ettore siano destinati proprio alla parrocchia non ha potuto che far piacere ai fedeli molto legati a quel sacerdote che aveva guidato la comunità cristiana dal 1954 fino al 2010, vale a dire per 56 anni. Una presenza assidua, nonostante i molti impegni e incarichi del sacerdote in Curia, ricambiata dall’affetto dei parrocchiani che a don Ettore hanno sempre riconosciuto una grande disponibilità per i bisogni e le necessità della parrocchia e dei fedeli. «Don Ettore - dicono ancora adesso - era davvero un prete al servizio degli altri, che non teneva nulla per sé. Morigerato, anche fin troppo, nei consumi: pur di non spendere per se stesso girava anche con le scarpe bucate, risparmiava sul riscaldamento e a tavola si accontentava di quello che c’era. E per spostarsi girava con una vecchia macchina tutta scassata... Questo era don Ettore. E i soldi che ha lasciato alla parrocchia sono proprio frutto dei suoi risparmi che ha investito e ha fatto fruttare».

Don Ettore, originario di Campiello di Levico, ha avuto ruoli di primo piano in Curia, ruoli importanti e delicati dovendosi occupare di economia che ha saputo gestire con estrema abilità e saggezza anche in momenti difficili e particolari, come ricorda chi lo ha conosciuto. E’ stato amministratore e consulente economico della Cei, prima e dopo l’avvio dell’Istituto sostentamento del Clero. Cagionevole di salute, dopo l’ordinazione sacerdotale era stato nominato economo del Sanaclero di Arco, il sanatorio per preti e chierici che ha chiuso i battenti nel 1970. Oltre alla cura d’anime di Vo’ Sinistro, don Ettore nel 1956 era stato chiamato ad occuparsi di problemi previdenziali dei catechisti e di assistenza medica dei sacerdoti, del patrimonio immobiliare con una professionalità e una progettualità che molti gli invidiavano, fino alla nascita e al consolidamento dell’Istituto diocesano sostentamento del clero del quale è stato primo presidente. Poi con la firma del nuovo concordato (1986) è sempre don Ettore a rivestire un incarico fondamentale nel definire una partita delicata per l’economia di parrocchie e clero. Ai quali ora ha lasciato una consistente eredità. (g.r.)

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