Il Not si allontana: 9 anni «Progetto da rivedere»

Borgonovo Re: «Non possiamo farne a meno». Confermate le mammografie a Trento e Rovereto. «Taglio dei punti nascita, non saranno risparmi enormi»


di Chiara Bert


TRENTO. Il nuovo ospedale del Trentino? Dovremo aspettare tra i 7 e i 9 anni. A indicare i nuovi tempi, alla luce dei ricorsi che hanno stoppato il mega-appalto da 1,7 miliardi, è stata ieri l’assessora alla salute Donata Borgonovo Re, che in prima commissione ha presentato la parte della Finanziaria 2015 relativa alla sanità. Sul Not l’assessora ha detto: «Non possiamo farne a meno, il punto oggi è capire gli scenari e gli spazi per una revisione tecnica del progetto ormai realizzato alcuni anni fa».

Si prospettano dunque tempi molto lunghi, nonostante nelle intenzioni della Provincia il project financing avrebbe dovuto garantire tempi record di apertura (fino a un anno e mezzo fa il 2017 era la data indicata) e spingere i privati a costruire bene visto che poi avranno in carico la manutenzione. E un progetto da ripensare. «Finché continueremo a chiamarlo Not non lo vedremo mai», ha scherzato Borgonovo Re che già in passato aveva suggerito di cambiare nome al nuovo ospedale. «Abbiamo bisogno di realizzare quest’opera entro i 7-9 anni - ha detto - il problema ora è capire lo spazio della sentenza del Consiglio di Stato (che ha annullato la nomina della commissione che aveva valutato le offerte, ndr) anche per la revisione tecnica dei contenuti di questo ospedale ormai progettato alcuni anni fa. La sentenza - ha sottolineato l’assessora - sembra lasciare aperta la possibilità di elaborare nuovi assetti e contenuti. Ma la logica rimane questa: il Not dovrà essere il punto dove si concentrano l’alta specializzazione e gli interventi rari, mentre gli ospedali territoriali devono avere un ruolo di prossimità per i bisogni più immediati, dalla medicina generale al pronto soccorso, ai day hospital oncologici alle cronicità, servizi che devono essere vicini ai cittadini». E a questo proposito, rispondendo a una domanda di Rodolfo Borga (Civica), l’assessora ha confermato la «necessità operativa» di concentrare le mammografie negli ospedali di Trento e Rovereto con le nuove strumentazioni all’avanguardia: «Lo screening mammografico tocca le donne ogni due anni, chi ha avuto la disavventura di un tumore ogni 6 mesi e poi una volta all’anno. È un servizio fuori dalla normalità. La radioterapia, ad esempio, richiede un trattamento di 32 sedute, le donne che la devono fare si recano a Trento e mai nessuna si è ribellata. La logica che seguiamo è di distinguere i servizi di prossimità da quelli di più raro utilizzo che vanno nei centri maggiori». Sul nodo dei punti nascita, la discussione è aperta, per questo i risparmi non sono stati messi a bilancio: «Per sfatare che la questione sia economica - ha detto Borgonovo Re - va detto che trasformando punti nascita in servizi di accompagnamento non si risparmiano somme enormi, ma si devono riconvertire i servizi».

L’assessora ha ricordato che le risorse per il 2015 ammontano a un 1,092 miliardi per la sanità e 145 milioni per l’area sociale. Anche questi capitoli del bilancio, considerati ad elevato impatto sociale, si è dovuto fare i conti con una contrazione delle risorse seppure più contenuta che in altri settori: per la sanità la riduzione nel 2015 è di 14 milioni. Nell’assistenza vengono garantiti 10 milioni per l’assegno di cura alle persone non autosufficienti. Quanto ai ticket, considerato che in media si tratta di 3 ricette all’anno che possono arrivare a cinque richieste di visite specialistiche, si stima che l’impatto (per chi ha un reddito sopra i 40 mila euro) sarà dai 20 ai 30 euro all’anno.

Per quanto riguarda l’edilizia ospedaliera la Provincia riuscirà a garantire gli interventi sull’ospedale di Cles e di Borgo, il prefabbricato per la mensa del S.Chiara; la ristrutturazione di Tione; a Rovereto la dialisi e endoscopia digestiva e la nuova sede di igiene e sanità all’ex Bimac. Mantenuto anche il piano delle Rsa, con l’ampliamento di quella di S.Bartolomeo e la costruzione di quella nuova di via Ronchi a Rovereto. In bilancio anche la sistemazione della Rsa di Mezzolombardo, del Bleggio e Lavis.

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