Il ministero degli Esteri gela le speranze per Chico

Il plenipotenziario Nisio: «Siamo tecnicamente impossibilitati ad agire» E invita a rivolgersi a dei legali Usa per far riaprire il caso in Florida



TRENTO. Il ministro plenipotenziario Francesco Saverio Nisio, Direttore Centrale per i servizi agli italiani all’estero, ha gelato le tante speranze di chi da 12 anni lavora per riportare in libertà Chico Forti. È bastata una frase per togliere un’illusione che giorno dopo giorno sembrava diventare sempre più concreta. Ma la frase, pur cruda, non fermerà il movimento nato dal basso che sostiene l’innocenza del trentino rinchiuso in un carcere in Florida tanto che le iniziativa vanno avanti ed è stata appena inaugurata un petizione che mira a raccogliere un milione di firme.

Ma torniamo all’incontro con il plenipotenziario (avvenuto mercoledì a Roma) durante il quale è stato consegnato il dossier che conterrebbe prove incontrovertibili sull’innocenza di Chico. Nisio, dopo aver ascoltato molto attentamente tutte le ragioni esposte, ha chiarito che il ministero degli esteri è tecnicamente impossibilitato ad intervenire presso le autorità politiche americane perché la procedura diplomatica non lo prevede. Ha spiegato che l'unica via da seguire è quella di incaricare nuovamente uno studio legale americano e inoltrare una istanza di riapertura del processo per la revisione dello stesso. Solo durante questa nuova e ulteriore azione forense, il ministero potrà affiancare all'iniziativa il supporto del consolato italiano di Miami.

Lo zio di Chico, Gianni, ha fatto notare che nei dodici anni ormai trascorsi dalla pronuncia del verdetto di condanna, sono stati fatti tutti i tentativi legali possibili per cercare di ottenere la revisione del processo, ma che le petizioni in appello sono state rifiutate senza motivazione e senza discussione. Si sperava quindi in un’azione dall’alto per cercare di cambiare qualcosa, di trovare una breccia per avere una nuova speranza.

Riguardo al dossier, che è stato personalmente portato dalla criminologa Roberta Bruzzone, Nisio ha ribadito che il report non ha alcun valore tecnico a livello istituzionale e che quindi non può essere protocollato dal ministero. E ha quindi ribadito che, un'azione diplomatica basata sullo stesso non avrebbe alcuna possibilità di successo oltre che essere considerata un'interferenza negli affari interni di un altro Paese. Un report che era stato predisposto anche su indicazione dell’ex ministro Frattini ma che ora non può diventare l’«ariete» che in tanti speravano.

L’azione del gruppo di «Chico Forti free» va comunque avanti. C’è la petizione che è appena partita e c’è anche l’organizzazione del flash mob a Roma davanti alla Rai per ricordare a tutti che il trentino si trova da 12 anni in cella. (m.d.)

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