Il grande evento

ROVERETO. «Una mostra straordinaria che è orgoglio per tutto il Paese e sarà punto di riferimento a livello europeo. E il Mart è un’eccellenza non solo a livello nazionale, ma anche internazionale»....


di Paolo Tagliente


ROVERETO. «Una mostra straordinaria che è orgoglio per tutto il Paese e sarà punto di riferimento a livello europeo. E il Mart è un’eccellenza non solo a livello nazionale, ma anche internazionale». Basterebbero queste parole, pronunciate dal ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che ieri ha presenziato all’inaugurazione della mostra «La guerra che verrà, non è la prima», esposizione che su tremila metri quadrati raccoglie installazioni, disegni, incisioni, fotografie, dipinti, manifesti, cartoline, corrispondenze e diari, ma anche sperimentazioni artistiche più recenti, installazioni sonore e narrazioni cinematografiche.

Prima la visita alla mostra, poi l’incontro con le autorità, la stampa e la folla che non ha voluto mancare all’importante appuntamento. Sul tavolo dei relatori assieme al ministro, il governatore Ugo Rossi, l'assessore provinciale alla cultura Tiziano Mellarini, al sindaco di Rovereto Andrea Miorandi, alla presidente del Mart, Ilaria Vescovi con la direttrice Cristiana Collu e la curatrice dell'esposizione, Nicoletta Boschiero. A fare da moderatrice la giornalista trentina Maria Concetta Mattei. «Una mostra attesa – ha spiegato il sindaco – che rappresenta un’occasione di riflessione per la città della Pace, una città che proprio oggi ospita la Commissione europea sui diritti umani. Un simile evento deve spingerci ad essere ancor di più costruttori di pace». Gli ha fatto eco la presidente del Mart: «Quella di oggi – ha detto – è una giornata speciale, che arriva dopo due anni di duro lavoro, un lavoro svolto con competenza e passione. Un lavoro eccellente che porta sempre più in alto il Mart, che conta 250mila visitatori all’anno anche se non è una realtà fatta di biglietti, ma anche di formazione, didattica e archivi».

«Nella memoria della nostra comunità – ha aggiunto Rossi – sono ancora molto vive le esperienze e le sofferenze di quegli anni, come è viva la consapevolezza della particolarità della nostra storia che si è nutrita di due culture diverse che hanno plasmato la nostra identità». Il ministro, nel corso del suo intervento, partendo dalla situazione trentina, provincia teatro di quella devastante guerra, s’è detto convinto che arte e storia possano essere anche fonte di guadagno. «Molto si è investito sulla tutela – ha detto – poco, invece, sulla valorizzazione, quasi fosse una vergogna coniugare le due cose». Discorso analogo Franceschini ha fatto sulle sinergie tra pubblico e privato. «Fino a non molto tempo fa - ha continuato riferendosi a quello che viene chiamato in gergo “art bonus”– la donazione di un magnate era guardata con stupore e fastidio. Ora, per valorizzare e promuovere l’immenso patrimonio artistico italiano, è indispensabile il contributo economico dei privati. Ecco perché abbiamo previsto incentivi per i privati, con un credito d’imposta del 65 per cento ha chi darà il suo contributo all’arte e alla cultura. Incentivo di cui potrà godere anche chi aiuterà il Mart». La mostra si chiuderà il 20 settembre dell’anno prossimo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano