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Il dialogo fra religioni si fa a cena

L’invito di don Zatelli accettato da Zadeh, teologa musulmana, che poi ha parlato in chiesa a San Carlo



TRENTO. Il dialogo interreligioso a tavola come base concreta di ripartenza del rapporto tra religioni, al netto di influenze politiche ed economiche. E siccome per don Lino Zatelli questo dialogo dovrebbe essere pane quotidiano, prima della serata alla chiesa di San Carlo, la cena c'è stata veramente. Capotavola la teologa islamica e docente all’università pontificia, Shahrzad Houshmand Zadeh, a fianco Don Lino parroco della Clarina e un gruppo di invitati che hanno dato vita ad una serata fatta di domande, scambi di opinioni e idee. Poi 600 persone hanno gremito San Carlo, solo per ascoltare Zadeh, laureata in teologia islamica a Theran e poi in teologia fondamentale cristiana all'Università Pontificia; è docente alla Pontificia Università Gregoriana.

Il menù proponeva nell’ordine, passatelli in brodo, polpette di pesce, formaggi misti e piselli, A chiudere gelato con fragole. E la conversazione corre veloce tra il racconto del lungometraggio che la donna ha girato insieme al figlio tredicenne portandolo in giro per l'Italia, per riprendere le sue reazioni alle situazioni più svariate, ma anche più crude: come può essere il carcere di Rebibbia o l'incontro con i parenti di morti sul lavoro in fabbriche non a norma. Il film è stato premiato dall'Unicef. Poi è un libro di Papa Francesco ad accompagnare in treno da Roma Shahrzad e le sue parole ricorrono frequentemente nella cena.

Ma come mai un personaggio di spicco del dialogo islamo-cristiano, donna di cultura e molto spesso invitata in trasmissioni televisive, è arrivata in una realtà periferica come la Clarina: «L'invito l'ho ricevuto per telefono, ma solo la voce di Don Lino mi ha trasmesso un senso di accoglienza che mi ha tolto tutte le remore; poi vedere scritto nella descrizione del tema della serata “Il libro sacro del Corano” mi ha fatto capire rispetto e volontà di confronto alla pari: penso che sia l'unico caso in Italia nel quale un prete si esprime in questo modo».

In senso più ampio il tema della serata era quello della «bellezza del Dio Misericordioso», laddove il buono e bello esprimono concetti universali che accomunano tutte le fedi monoteistiche: «Un concetto che a partire dall'anno scorso l'ho voluto declinare al femminile – ci dice don Lino – prendendo come punto di partenza una figura di Dio Madre».

Ma tra una portata e l'altra, emerge anche una Shahrzad Houshmand Zadeh che è meno conosciuta. Quella di amica e collaboratrice di Chiara Lubich: «Leggevo con attenzione le sue “Parole di Vita” e le commentavamo insieme. Un giorno mi chiese di fare altrettanto partendo dal Corano per arrivare a poter confrontare gli stessi concetti di perdono, fratellanza ed amore che erano nello stile di vita di Chiara. La doppia pubblicazione l'abbiamo fatta fino alla sua morte, ma da allora non sono più riuscita ad andare avanti anche se la comunità dei Focolarini vorrebbe che trovassi una conclusione per pubblicare un libro». (d.p.)

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