Il Consiglio di Stato blocca la Rsa di Rovereto

Respinto il ricorso del Comune, la gara d'appalto rischia la ripetizione



ROVERETO. Il Consiglio di Stato non si è limitato a rigettare il ricorso del Comune, ma ha messo una seria ipoteca sul cantiere della nuova Rsa in piazzale Defrancesco: la sospensiva della gara d'appalto già decisa dal Tar è «condivisibile» sia dal punto di vista dei ricorrenti sia da quello dell'interesse pubblico. Il ribasso del 50% è più che sospetto e va indagato. Una mazzata per il Comune, che ora teme di dover ripetere l'intera procedura d'appalto.

Dunque tutto bloccato fino al 23 febbraio, quando al Tar di Trento si svolgerà l'udienza di merito. La quale potrebbe sortire un verdetto a sorpresa: annullare la procedura di assegnazione del cantiere alla Ite Group di Modena e costringere il Comune a ricominciare tutto da capo. Eventualità tutt'altro che pellegrina, vista l'ordinanza con la quale il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso del Comune.

La procedura era già stata rallentata da un approfondimento sulle 34 offerte (una decina da ditte locali) pervenute al Comune: nove di queste si erano rivelate al di sotto della soglia di anomalia (33,9% di ribasso) e secondo la normativa dovevano essere verificate. Alla fine della selezione, vince l'offerta della modenese Ite Group, con un ribasso del 49,99% sulla base d'asta di oltre 10 milioni. Siamo all'inizio di ottobre. Un mese dopo, l'Ance - la sezione autonoma dell'edilizia di Confindustria - e la ditta Adige Bitumi promuovono un ricorso al Tar sostenendo che un tale ribasso è impossibile: non si può realizzare l'opera a metà del prezzo di partenza, sarebbe sottocosto.

Il Tar blocca i giochi e concede una sospensiva della procedura in attesa di esprimersi nel merito, fissando l'udienza al 23 febbraio. Il Comune reagisce impugnando la sospensiva al Consiglio di Stato, che sabato ha però dato torto all'amministrazione: con un tale ribasso - pare di leggere tra le stringatissime righe dell'ordinanza - è più che legittimo vederci. «Considerati che, allo stato attuale, la pronuncia cautelare impugnata risulta condivisibile, tanto in relazione alla valutazione delò pregiudizio lamentato dalla parte ricorrente e ai contapposti interessi pubblici prospettati dall'amministrazione comunale odierna appellante - scrive la sezione Terza del Consiglio di Stato presieduta da Paolo Cirillo Gianpietro -, quanto in relazione all'apprezzamento dei motivi di censura formulati in primo grado».

E' la formula di premessa al "niet" del Consiglio di Stato, che in italiano colloquiale suona più o meno come: dati simili ribassi qualcosa di poco chiaro c'è, i ricorrenti al Tar hanno dunque ottimi fondamenti nella propria azione. La questione torna dunque al Tar, imponendo altri tre mesi di stop teorico al cantiere, ma non è solo l'ennesimo capitolo di una vicenda che si trascina da circa dieci anni. E' verosimile che anche la vincente Ite Group di Modena abbia i propri programmi, e che stia valutando se aspettare che i giudici del tribunale amminstrativo facciano chiarezza sulla gara d'appalto, oppure abbandonare il campo perchè un ulteriore ritardo modifica i termini dei lavori, rendenoli meno vantaggiosi sia sotto il profilo economico che organizzativo.

In quel caso bisognerebbe ripetere la procedura d'appalto. Che però intanto resta comunque sub-iudice fino a febbraio.  In pratica, un intrico con troppe variabili, che si traduce in un ennesimo ritardo di cui faranno le spese i molti anziani (e le loro famiglie) in lista d'attesa. Sulla nuova Rsa di piazzale Defrancesco, capace di assorbire un discreto numero di richieste, si iniziava ormai a contare, se non altro in prospettiva. Ora tutto torna in discussione, dopo che il progetto originale di una decina d'anni fa - previsto in principio al Brione, poi "traslocato" prima alla Busa dei Cavai dall'amministrazione Maffei e poi, dalla giunta Valduga, in piazzale Defrancesco - ha vissuto più stravolgimenti e rivoluzioni. E la terza Rsa, prevista all'ex Master Tools, rischia di precedere la seconda.













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