montagna & turismo

Il caso guide arriva in Inghiterra: «Sui monti con cuochi e baristi»

Il quotidiano The Guardian si occupa della nuova legge del Trentino: «Sicurezza e qualità a rischio». E Dallapiccola chiede “responsabilità” agli albergatori, ma già si lavora per modificare la normativa


di Andrea Selva


TRENTO. C’è grande rispetto in Gran Bretagna per le guide alpine italiane, in particolare quelle dell’area dolomitica. C’è grande rispetto perché quando l’irlandese John Ball nel 1957 inaugurò l’era dell’alpinismo dolomitico era accompagnato da una guida locale che gli indicò la via per salire in cima al Pelmo. C’è grande rispetto perché quando l’esploratrice inglese Beatrice Tomasson nel 1901 salì la parete sud della Marmolada era accompagnata da due guide del Primiero, Michele Bettega e Bortolo Zagonel. Per non dire degli ampezzani che portarono Paul Grohmann a Punta Penia (Marmolada) e di quelli che guidarono Tuckett e Whitwell sul Cimon della Pala. Chiaro che quando hanno letto che in Italia ora si poteva andare in montagna accompagnati “dai cuochi e dai baristi” hanno fatto un salto sulla sedia.

Eppure questo titolo (“cooks and barmen allowed lo lead simple mountain trips”) è esattamente quello pubblicato nei giorni scorsi dal quotidiano britannico The Guardian, che si è occupato della nuova legge sul turismo del Trentino. Proprio quella che permette agli albergatori e ai loro familiari (cuochi e baristi?) di accompagnare i propri clienti in montagna.

Sembrerebbe una cosa da ridere se non fosse che i lettori inglesi del Guardian potrebbero essersi fatti l’idea (falsa?) che in Trentino la sicurezza dei turisti che si fanno accompagnare in montagna è a rischio. In fondo questo è proprio quello che hanno dichiarato i rappresentanti trentini e nazionali delle guide alpine: prima ai giornali italiani e poi al Guardian, che alla sicurezza e alla qualità (a rischio) ha dedicato la seconda parte del suo titolo. «In fondo - spiega Cesare Cesa Bianchi, presidente nazionale delle guide - sarebbe come chiedere a noi di fare i cuochi, peccato che nel mio caso non saprei cucinare nemmeno un piatto di spaghetti». Saranno contenti gli albergatori trentini (primi beneficiari della legge che consente loro di fare le guide) del risultato di immagine di questa legge.

Ora (notizia pubblicata ieri sul Trentino) arriva l’assessore Michele Dallapiccola a chiarire quali sono i confini fra le guide e gli albergatori. Peccato che la legge sia chiarissima: parliamo di albergatori e loro familiari, che possono accompagnare solo la loro clientela e devono essere assicurati. I percorsi? Tutti quelli che non richiedono tecniche e materiali alpinistici. Proprio per questa indeterminatezza (e per evitare altri titoli come quello del Guardian) gli uffici provinciali del turismo sono già al lavoro per mettere mano alla legge e chiarire (con un atto che abbia più valore di una nota dell’assessore) quali sono i confini tra guide, accompagnatori del territorio e albergatori. Comunque Dallapiccola lancia agli albergatori un invito alla responsabilità perché “operino in base alle proprie responsabilità e competenze, che certo non sono quelle delle guide professionali”.













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