Il campanile di Fornace si sente in tutta Italia

Il suono delle campane è stato registrato e viene utilizzato da moltissime chiese della penisola che ne risultano sprovviste


di Giannamaria Sanna


FORNACE. Per conoscere la storia del campanile della chiesa parrocchiale di San Martino a Fornace, dobbiamo risalire a metà del 1800, anche se il nostro protagonista è stato edificato solo ai primi del 1900. Come scrive Marco Nicolò Perinelli, nel suo libro “Viaggio a Fornace”, la costruzione del campanile è «una storia di fede e solidarietà», ma anche di lungimiranza e sana amministrazione pubblica, come appare dagli atti e dalle delibere, dell’epoca, conservati con cura nel municipio. Ripercorriamo ora gli avvenimenti, i tempi e il perché questo campanile non è stato eretto assieme alla chiesa.

Nel 1858, poco dopo l’inizio dei lavori di costruzione della chiesa di San Martino sul Dos, accanto alla Torre del Castello di Roccabruna che avrebbe dovuto svolgere le funzioni di campanile, la Torre crollò facendo mancare alla chiesa e a tutta la popolazione uno degli elementi fondamentali per il paese: il suono delle campane, che annuncia gli avvenimenti più importanti della comunità e l’avvicendarsi e lo scandire delle ore durante il giorno. Non si sa perché passarono oltre trent’anni prima che il progetto del nuovo campanile venisse approvato, ma certo non devono essere stati periodi di grande floridità finanziaria per il Comune se, come vedremo, hanno dovuto essere impegnate nella sua costruzione, tutte le forze della comunità. Dopo l’approvazione del progetto nel 1894, infatti, l’amministrazione comunale chiamò la popolazione a contribuire alla spesa. Tutti acconsentirono, solo la famiglia più ricca del paese, gli eredi dei Conti Roccabruna, i baroni Salvadori scelsero di mettere in vendita tutta la proprietà situata nel comune di Fornace per non partecipare alle spese. «Circa un sesto dell’intero territorio» era della famiglia e venne acquistato con molti sacrifici dall’amministrazione comunale che ricorse, in parte, ad un prestito della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e in parte ad altre risorse, pur di non disperdere importanti e significativi edifici della storia della comunità. In seguito frazionò e divise, tra la popolazione, tutte le proprietà e chi non era abbiente, ricevette ugualmente la proprietà pagandola a rate. Dieci anni dopo, 1904, iniziarono i lavori della nuova Torre campanaria, appaltati al Maestro muratore Fortunato Bernardi di Montagnaga di Piné, che, con l’aiuto di tutti, vennero completati in due anni. Per l’acquisizione del finanziamento necessario fu individuata una parte del bosco di Fornasa, con del legname altamente selezionato che fu venduto ad una ditta di legname di Egna e poi, tutti i censiti, che non potevano contribuire con del denaro lavorarono gratuitamente, chi in cantiere, chi trasportando materiali con i propri carri, alla costruzione del loro campanile. Nel 1954 la torre campanaria subì dei lavori di restauro e di consolidamento dei supporti delle campane che meritano un cenno particolare in quanto, queste otto campane in bronzo, dal tocco unico, rendono davvero particolare il complesso. Nota curiosa: molte parrocchie in Italia, prive di campane, trasmettono la registrazione di questa melodia.

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