Il bando preparato dagli stessi candidati 

L’inchiesta della Procura sul concorso alla Cue si basa sulle mail che gli indagati si scambiavano



TRENTO. L’inchiesta sul concorso alla Cue che sarebbe stato pilotato è basata soprattutto sulle mail. Mail che gli indagati si sono scambiati a partire da un anno prima del concorso. Secondo l’accusa, nelle mail l’ex dirigente della Cue Luisa Zappini e i due ricercatori del centro Eledia dell’Università degli studi che avrebbero partecipato al concorso si sarebbero messi d’accordo sui requisiti da inserire nel bando. Requisiti che avrebbero ricalcato il curriculum dei due ricercatori. In particolare Federico Viani avrebbe adattato una bozza di un concorso precedente e che gli era stata inviata da Luisa Zappini. Secondo l’accusa Viani avrebbe inserito nella bozza requisiti adatti a favorire il collega Fabrizio Robol e poi avrebbe inviato la bozza al coordinatore del centro Eledia, il professor Andrea Massa. Il testo della mail era eloquente: «Documento redatto insieme a Fabrizio..PROFILO DI RUOLO per il bando che la Cue deve avviare per operazione Robol-pagato-Cue». Massa a questa mail ha risposto con un’alttra mail con la quale sottolineava: «La cosa richiede MOLTA attenzione onde evitare insiders». Lo stesso Massa poi si lamentava con Viani, con Robol e con l’altro indagato, il professor Paolo Rocca, scrivendo che Luisa Zappini avrebbe dovuto rapportarsi con lui in merito alla richiesta di invio del profilo. Rocca, poi, avrebbe inviato alttre mail a Massa e per conoscenza a Viani e Robol comunicando di aver ulteriormente modificato «il profilo preparato per Fabrizio adattandolo anche a Fede».













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