Sindacati

I servizi pubblici trentini in presidio mercoledì 12 dicembre. “Che la giunta pensi ai bisogni veri dei cittadini”

La mobilitazione sarà in Piazza Dante dalle 11 alle 13, è organizzata da FP CGIL. Foto FP CGIL del Trentino



TRENTO. La Fp Cgil del Trentino organizza un presidio di delegati e lavoratori dei servizi pubblici trentini, comparti pubblici e privati, per martedì 12 dicembre in Piazza Dante a Trento, per sollecitare la nuova giunta provinciale a mettere in cima alle priorità dell'agenda dei lavori della legislatura i temi della tenuta dei servizi pubblici essenziali, dalla sanità alle case di riposo, ai comuni, ai servizi provinciali, agli enti del terzo settore.

"In particolare chiediamo alla giunta Fugatti di smettere discussioni per la pura spartizione di potere e di pensare ai bisogni veri di cittadini, lavoratori e pensionati, a partire dallo stanziamento certo delle risorse per rinnovare i contratti pubblici, impegno peraltro parziale assunto con l'assestamento di bilancio di agosto e tuttora rimasto lettera morta", così Luigi Diaspro, Segretario Generale della Funzione Pubblica della Cgil del Trentino.

Chiediamo che la nostra Autonomia assuma e svolga concretamente il proprio ruolo e le proprie prerogative per colmare le distanze accumulate negli ultimi anni col resto del Paese in termini di potere d'acquisto dei salari, tra i più bassi del Nord Est e nel confronto con la media Italia, ma anche per riforme necessarie quali la revisione degli ordinamenti professionali e la messa in sicurezza del patrimonio di competenze e professionalità del personale pubblico trentino, con investimenti adeguati ai fabbisogni di cura, salute e welfare dei cittadini, con un piano straordinario di assunzioni nel comparti pubblici e privati.
Adesso basta, l'abbiamo detto al governo nazionale e lo diremo al governo provinciale, martedì 12 dicembre dalle 11.00 alle 13:00 in piazza Dante con lavoratori e delegati, perché si restituisca attrattività e dignità al lavoro pubblico in Trentino.
Il rinnovo dei contratti non può continuare ad essere una variabile dipendente dalle risorse in cassa o, peggio, dagli esborsi del governo nazionale a fronte di patti politici come quello di San Michele. I contratti si rinnovano punto, rischiamo ancora una volta di essere in ritardo persino riguardo al livello nazionale dove pure le risorse non brillano per quantità ma intanto sono in fase di stanziamento con la prossima manovra per il 2024.
Occorrono adeguamenti che guardino all'inflazione del triennio 22/24 che viaggia al 16-18%, occorre colmare il gap salariale col resto del nord est del Paese, un piano straordinario di assunzioni in sanità, nelle case di riposo, nei comuni, la riforma degli ordinamenti e del sistema delle indennità, stanziamenti per il terzo settore.













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