«I regolamenti anti-slot sono tutti illegittimi»

Parla l’avvocato Busetti che ha impugnato la delibera del Comune di Borgo «Non sono stati sottoposti all’esame obbligatorio della Comunità europea»


di Luca Pianesi


BORGO. «I provvedimenti per ridurre la presenza di slot machine sul territorio provinciale, adottati dal Comune di Borgo, Trento e da tutti gli organi amministrativi locali, sono illegittimi». Non ha dubbi l’avvocato Michele Busetti che assiste Confcommercio e Lottomatica nelle cause di opposizione alle delibere consiliari di Borgo (e di altri Comuni appunto) che prevedono il divieto di collocazione di apparecchi per il gioco d’azzardo ad una distanza inferiore a 500 metri dai, cosiddetti, luoghi sensibili (istituti scolastici, residenze socio sanitarie e luoghi ricreativi).

«Le norme gemelle che sono state approvate dai vari consigli comunali di Mezzocorona, Campitello, Moena, Trento, Borgo e da innumerevoli altri comuni trentini – spiega l’avvocato Bosetti – sono in distonia con la normativa comunitaria. La direttiva comunitaria 98/34, infatti, prevede che i progetti di legge e amministrativi che riguardano modifiche o correzioni nelle regole che disciplinano l’installazione o la gestione di servizi elettronici che erogano compensi, nel nostro caso le slot machine, debbano prima essere sottoposti all’attenzione della Comunità europea. La Comunità europea, quindi, ha 3 mesi per poter fare eventuali opposizioni o istanze rigettando o approvando le nuove norme, nel rispetto dei principi che regolano il corretto andamento del mercato. Ebbene i nostri organi amministrativi non hanno adempiuto a questa regola e hanno adottato, senza fare nessuna informativa all’Unione, leggi che a questo punto sono in contrasto con le direttive europee».

Ecco spiegati i tre ricorsi notificati in 2 giorni al sindaco di Borgo, Fabio Delledonne, che ieri tuonava: «Se il consiglio comunale dovesse tornare a rivedere la norma, invece di 500, trasformerà in 1000 o 1500 i metri di distanza dai luoghi sensibili». Ma per Busetti il giusto approccio all’argomento è un altro: «Lottomatica chiede che i Comuni invece di chiudersi a riccio capiscano che è importante dialogare. Il mercato delle macchinette porta alle casse della Provincia cifre che si quantificano in svariati milioni di euro. E sono giochi pubblici, ammessi in tutta Italia che rappresentano una delle industrie del nostro paese. Con il divieto dei 500 metri abbiamo stimato che i luoghi dove si potrebbero andare a posizionare le macchinette rappresenterebbero il 2, 3% dei territori comunali. La norma è contraria a qualsiasi legge che regola il libero mercato ed è per questo che dopo Borgo e Trento siamo pronti ad impugnare di fronte al Tar anche le delibere degli altri comuni, cominciando da San Michele».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano