Guerra totale alla malattia del gioco

Il comune manda nelle scuole esperti di comunicazione e matematica per smascherare le «truffe» dell’azzardo



ROVERETO. In Italia nel corso del 2011 si sono bruciati nel gioco d’azzardo (quello dei poveracci, macchinette, gratta e vinci e variazioni in Internet sul tema: non il rito dei casinò e ancora meno il senso di proibito delle bische clandestine) 80 miliardi di euro. E la previsione per quest’anno è di un aumento sensibile, stimato nel 20 per cento: si arriverà a un centinaio di miliardi. Cifre impressionanti, e restano tali anche se dalla dimensione nazionale si passa a quella di casa nostra: in Trentino si sono spesi 1652 euro a testa, prendendo in riferimento solo la popolazione maggiorenne.

Al di là dello stupore, la misura di quella che è già diventata una vera e propria piaga sociale. Lo confermano i servizi assistenziali anche di Rovereto, sempre più spesso alle prese con famiglie ridotte alla miseria proprio dalla malattia per il gioco. E lo ribadiscono le banche, che riferiscono agli stessi Servizi di decine di casi di correntisti che hanno dilapidato tutti i propri averi, ingenti o modesti che fossero, proprio inseguendo sogni milionari o semplicemente la chimera di vedere allinearsi cinque simboli uguali su una macchinetta. Il gruppo di Auto mutuo aiuto per uscire dalla dipendenza da gioco appena attivato a Rovereto è frequentato stabilmente da 27 persone.

Ma cercare di strappare all’ossessione del gioco chi già ci è caduto dentro non basta: vitale è cercare di diffondere una cultura diversa, impedire che spinti anche dall’esempio di adulti che sono giocoforza anche genitori o nonni sempre più ragazzi finiscano nella stessa spirale. Lavoro difficile, soprattutto quando ci si deve misurare con le lusinghe di Internet e del suo ventaglio potenzialmente infinito di possibilità di scommettere e giocare. Lavoro complicato anche dal punto di vista normativo, vivendo in uno Stato che è probabilmente il più grande biscazziere del mondo. E che sulle tasse sul gioco fonda una parte importante della propria economia traballante.

Il comune di Rovereto prova a mettere in campo quello che può: informazione e formazione. E di farlo nei luoghi e nei modi che possono rivelarsi più efficaci. Punta sugli adulti, che si sono rivelati molto meno insensibili alle lusinghe da Paese dei Balocchi di quanto si potesse pensare, ma anche sui giovani, che potrebbero trovarsi in una inversione delle parti a diventare strumento di rieducazione dei loro genitori.

Quindi tre incontri pubblici, nell’ambito di Educa (il 30 settembre) e poi il 17 ottobre, con l’obiettivo di smitizzare il gioco e far conoscere la realtà economica che si nasconde dietro il fenomeno dell’azzardo. ma soprattutto iniziative nelle scuole: sono disponibili 10 «pacchetti formativi» che si basano su tre incontri mirati a evidenziare i costi umani, personali e sociali del gioco d’azzardo, svelare i meccanismi per i quali il giocatore medio non può che perdere e poi analizzare dal punto di vista comunicativo come costruire un messaggio efficace contro la dipendenza da gioco d’azzardo. Il risultato finale sarà un manifesto o un video da mettere in gara con gli altri: il migliore diventerà lo strumento di una campagna di Pubblicità Progresso sul territorio comunale. Il modulo, che vedrà la presenza nelle scuole di un tutor che seguirà i ragazzi sia nella fase di approfondimento, soprattutto dal punto di vista matematico e oggettivo, del problema del gioco che in quella creativa, può essere seguito da una o più classi a scelta di ogni istituto superiore che parteciperà. Le adesioni vanno inoltrate entro il 3 ottobre; il 19 aprile è prevista la conclusione del percorso con la presentazione dei lavori.(l.m.)

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