«Graduatorie, vogliamo il commissario»

La minaccia è della Delsa: la Provincia non ha messo in quarta fascia i maestri diplomati. Pronti anche a chiedere i danni



TRENTO. «Rimessi» nella quarta fascia con un’ordinanza del Consiglio di Stato ad inizio agosto, a pochi giorni dall’inizio della scuola sono esclusi dalla possibilità (concreta) di avere un contratto. Anche a tempo determinato. Sono i 168 maestri diplomati magistrali trentini che si sono affidati al sindacato Delsa per veder riconosciuti i loro diritti. Ossia la possibilità di avere una chance concreta nell’assegnazione delle cattedre. E visto che il fine non è stato raggiunto, sono pronti a chiedere anche un risarcimento danni e la nomina di un commissario ad acta per la scuola trentina.

Per capire la situazione bisogna fare un passo indietro a quando, come sintetizziva il sindacato questi maestri si erano visti «scavalcare in graduatoria, dopo 15 anni di lavoro, da più di 200 colleghi abilitati con la laurea in scienze formative, molti dei quali con esperienza minima di lavoro. Abilitati lo erano anche loro, attraverso un diploma magistrale che fino al 2002 è stato l'unico percorso abilitante per formare i maestri italiani». Da qui la decisione di chiedere l’intervento del Consiglio di Stato contro «l'iniziativa del 2014 della giunta Rossi di istituire una fascia ad hoc per i soli laureati in scienze della formazione primaria mettendo letteralmente all'angolo i docenti che fino ad allora avevano lavorato per la Provincia nelle scuole primarie provinciali con titoli e preziosa esperienza sulle spalle». I giudici hanno dato ragione ai maestri sostenendo che la Provincia non può discostarsi da quella che è la disciplina vigente in campo nazionale sulla abilitazione dei titoli. Quindi i ricorrenti di Delsa «andavano tutti inseriti con riserva nella attuale quarta fascia, a pettine con i laureati, secondo il proprio punteggio e in piena facoltà di stipulare contratti sia a tempo determinato che indeterminato». Ora, con la campanella pronta a suonare, il presidente di Delsa Mauro Pericolo denuncia che nulla è cambiato. «Le nomine- ha spiegato ieri - avverranno come se nulla fosse stato, attingendo a quella stessa quarta fascia in odore di illegittimità, in attesa del pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato che avverrà a novembre. In parole semplici, si preferisce affidare incarichi agli insegnanti per poi disdirli a metà anno, piuttosto che inserire i nostri ricorrenti a pettine con i laureati dove dovrebbero stare. Un danno che si riverbererà inevitabilmente su tutti: docenti, scuole, alunni». E il sindacato è pronto a chiedere l’intervento del commissario del governo, con la nomina di un commissario ad acta «che prenda tutti i necessari provvedimenti al fine di dare immediato seguito all'ordinanza emessa il 5 agosto dal Consiglio di Stato a beneficio dei nostri ricorrenti maestri».

«Qui non si tratta di interpretare l'ordinanza, qui si tratta di eseguirla» prosegue Pericolo. L'appello del sindacato è «di un immediato cambio di rotta finché si è in tempo, prima dell'inizio delle lezioni, visto che i dati dei ricorrenti sono già perfettamente inseriti nel database provinciali essendo essi alle dipendenze della Provincia di Trento da anni e avendo tutti proposto ancora un anno fa la domanda di inserimento in graduatoria entro i termini previsti». Il sindacato Delsa ha comunque già pronte le richieste di risarcimento, «poiché una volta conclusa questa vicenda sarà chiesto conto del danno grave, professionale ed emotivo, dovuto alla precarietà assoluta di questi docenti».













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