Giovani e alcol, il triste record trentino

L'ultimo rapporto dell'Istat: nello «sballo» del sabato sera nessuno ci batte


Paolo Morando


TRENTO. La parola chiave è "binge drinking": il consumo cioè di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione. E nessuno purtroppo ci batte: trentini e altoatesini fanno registrare infatti la percentuale più alta, a livello nazionale, di questa pratica. E la nostra regione è seconda solo alla Valle d'Aosta per comportamenti a rischio nell'assunzione di alcol. I dati, preoccupanti, confermano le dimensioni di un problema da tempo noto: il consumo di alcol da parte dei giovani trentini e altoatesini, in misura ancora maggiore per questi ultimi. Sono contenuti in una ricerca diffusa ieri dall'Istat su "L'uso e l'abuso di alcol in Italia" che fa il punto della situazione a livello nazionale.

Guardando la statistica per regioni relativa a quante persone hanno consumato bevande alcoliche nel corso del 2011 almeno una volta fuori pasto, il totale di maschi e femmine del Trentino-Alto Adige (66%) è ancora una volta la cifra più alta a livllo nazionale, con la provincia di Bolzano che con il 70,2% si avvicina a "doppiare" la media nazionale, che è invece del 41,9%. Ma anche il Trentino, con il 61,6%, non se la passa bene. Cifre che diventano ancora più alte se si tiene conto del riparto per sesso: i maschi, in particolare, toccano il 77,9% in Alto Adige e il 72,9% in Trentino, mentre la media italiana è del 49,5%. Più basse, invece, le cifre relative a chi beve sempre durante il pasto, sia i maschi che le femmine: in questo caso a primeggiare sono i campani.

In generale, il consumo di alcol nel corso del 2011 è risultato più alto nelle regioni del Centro-Nord, in particolare quelle dell'arco alpino. Con forti differenze di genere: quasi un uomo su due consuma alcol anche fuori dal pasto, mentre per le donne la proporzione scende a quasi una su tre. A livello territoriale, come detto, la quota maggiore di consumatori di alcolici fuori pasto riguarda gli uomini residenti nel Nord-Est con il 60,2%, con il Trentino-Alto Adige davanti al Friuli-Venezia Giulia. Picco locale anche per le donne (53,5%). Inoltre, il consumo fuori pasto è più diffuso nei comuni fino a 10 mila abitanti, dove interessa circa il 57% degli uomini e il 32% delle donne.

Il capitolo "comportamenti a rischio" è tra quelli maggiormente sottolineati nel rapporto dell'Istat, che prende in considerazione il consumo giornaliero non moderato di vino, birra o altri alcolici (il limite è 2-3 unità per l'uomo, 1-2 per le donne e 1 sola per gli anziani) e gli episodi di ubriacatura (appunto il "binge drinking") concentrati in singole occasioni.

Sono oltre 8 milioni gli italiani con almeno un comportamento a rischio, una cifra rilevante ma tuttavia in calo rispetto al 2010, di quasi un punto percentuale. E la riduzione è dovuta proprio al calo del "binge drinking". Se si prende in considerazione solo quest'ultimo comportamento, per i giovani di 18-24 anni riguarda il 41,3% degli uomini che vanno in discoteca assiduamente (contro il 9,5% di chi invece non ci va) e il 16,8% delle donne (contro il 4,3%). Alcuni dei comportamenti a rischio sono dunque più diffusi tra chi frequenta abitualmente discoteche, concerti o spettacoli sportivi. Anche in questo caso il fenomeno riguarda soprattutto i giovani e gli adulti fino a 44 anni.













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