Gioco d’azzardo: sportellisti di banca lotta in prima linea

Venturelli di Ama: «Grande risposta dalle casse rurali» Continua l’impegno educativo tra i ragazzi delle scuole


di Luca Marognoli


TRENTO. Gli sportellisti di banca stanno dando una risposta convinta all’appello di enti ed associazioni che nel maggio scorso hanno sottoscritto l’alleanza per il contrasto e la prevenzione del gioco d’azzardo. Lo afferma Sandra Venturelli, che è coordinatrice dell'Associazione Ama, Auto-mutuo-aiuto di Trento, impegnata in questa battaglia a fianco di Palazzo Thun. «Il tavolo di lavoro sta proseguendo il suo percorso - ricorda - con i diversi soggetti coinvolti, provenienti dall’ambito sociale, dell'informazione (l'ordine dei giornalisti), sanitario con il Sert, e in particolare dal mondo economico, come la Federazione tabaccai, la Confesercenti e le banche. Le casse rurali sono i primi sensori rispetto alle situazioni critiche legate al gioco e abbiamo trovato da parte loro una grande disponibilità a collaborare. Vedono situazioni disperate: il crollo dei conti correnti, persone che si indebitano andando dalle finanziarie a stipulare prestiti con interessi elevatissimi, e attraverso il bancomat sanno dove i soldi vengono spesi. Gli sportellisti hanno fatto una formazione specifica per sapere come comportarsi, con tutta la delicatezza del caso: sappiamo che ci sono problemi di privacy. Contattano il cliente e sanno dove inviarlo: a noi o al Sert».

La manifestazione “Educa” ha fatto conoscere le molte iniziative messe in campo dal Comune di Rovereto, come percorsi formativi per giovani e adulti. Ma Trento non sta a guardare. «Dieci giorni fa abbiamo proposto al cinema Roma la stessa conferenza-spettacolo che si era svolta ad Educa, dal titolo “Fate il nostro gioco”, con più di 400 ragazzi dei licei scientifici Da Vinci e Galilei. E' un'esperienza giocosa e interattiva che permette di simulare delle giocate a Win for Life, facendo capire quanto è facile perdere. Alla fine abbiamo chiesto di alzarsi dalla poltrona a chi ha perso e lo ha fatto l'80% dei ragazzi. L'iniziativa è stata promossa assieme al Comune, con l'assessore Plotegher che ha aperto i lavori».

Il fulcro degli interventi per combattere la dipendenza da gioco sono i gruppi di auto-mutuo-aiuto: «Ne abbiamo due attivi a Trento, con una trentina di persone coinvolte», continua Venturelli. «Sono quasi tutti adulti, con le donne in aumento: spesso persone anziane e sole o che hanno del tempo libero, come i cassintegrati e chi fa i turni sul lavoro».

L’impegno di Ama (0461 239640 il centralino) si estende a tutta la provincia. «Le attenzioni sono trasversali: abbiamo richieste di intervento dalle valli, che sono interessate allo stesso modo. In periferia però è più difficile mantenere la riservatezza: spesso chi gioca ha combinato “qualche pasticcio” e preferisce non farsi riconoscere. Non parlo di crimini, ma di richieste di prestiti: i giocatori sono abili raccontatori di bugie...». C’è poi il gioco on-line, «un problema grosso, ancora molto sommerso e riguardante soprattutto i giovani», che verrà affrontato con progetti ad hoc nelle scuole. Infine la pubblicità ingannevole, talvolta affidata a testimonial illustri. «La nostra è una battaglia contro i mulini a vento. Siamo abituati a perdere, ma non ci arrendiamo».

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