Gioco d’azzardo: sportellisti di banca lotta in prima linea
Venturelli di Ama: «Grande risposta dalle casse rurali» Continua l’impegno educativo tra i ragazzi delle scuole
TRENTO. Gli sportellisti di banca stanno dando una risposta convinta all’appello di enti ed associazioni che nel maggio scorso hanno sottoscritto l’alleanza per il contrasto e la prevenzione del gioco d’azzardo. Lo afferma Sandra Venturelli, che è coordinatrice dell'Associazione Ama, Auto-mutuo-aiuto di Trento, impegnata in questa battaglia a fianco di Palazzo Thun. «Il tavolo di lavoro sta proseguendo il suo percorso - ricorda - con i diversi soggetti coinvolti, provenienti dall’ambito sociale, dell'informazione (l'ordine dei giornalisti), sanitario con il Sert, e in particolare dal mondo economico, come la Federazione tabaccai, la Confesercenti e le banche. Le casse rurali sono i primi sensori rispetto alle situazioni critiche legate al gioco e abbiamo trovato da parte loro una grande disponibilità a collaborare. Vedono situazioni disperate: il crollo dei conti correnti, persone che si indebitano andando dalle finanziarie a stipulare prestiti con interessi elevatissimi, e attraverso il bancomat sanno dove i soldi vengono spesi. Gli sportellisti hanno fatto una formazione specifica per sapere come comportarsi, con tutta la delicatezza del caso: sappiamo che ci sono problemi di privacy. Contattano il cliente e sanno dove inviarlo: a noi o al Sert».
La manifestazione “Educa” ha fatto conoscere le molte iniziative messe in campo dal Comune di Rovereto, come percorsi formativi per giovani e adulti. Ma Trento non sta a guardare. «Dieci giorni fa abbiamo proposto al cinema Roma la stessa conferenza-spettacolo che si era svolta ad Educa, dal titolo “Fate il nostro gioco”, con più di 400 ragazzi dei licei scientifici Da Vinci e Galilei. E' un'esperienza giocosa e interattiva che permette di simulare delle giocate a Win for Life, facendo capire quanto è facile perdere. Alla fine abbiamo chiesto di alzarsi dalla poltrona a chi ha perso e lo ha fatto l'80% dei ragazzi. L'iniziativa è stata promossa assieme al Comune, con l'assessore Plotegher che ha aperto i lavori».
Il fulcro degli interventi per combattere la dipendenza da gioco sono i gruppi di auto-mutuo-aiuto: «Ne abbiamo due attivi a Trento, con una trentina di persone coinvolte», continua Venturelli. «Sono quasi tutti adulti, con le donne in aumento: spesso persone anziane e sole o che hanno del tempo libero, come i cassintegrati e chi fa i turni sul lavoro».
L’impegno di Ama (0461 239640 il centralino) si estende a tutta la provincia. «Le attenzioni sono trasversali: abbiamo richieste di intervento dalle valli, che sono interessate allo stesso modo. In periferia però è più difficile mantenere la riservatezza: spesso chi gioca ha combinato “qualche pasticcio” e preferisce non farsi riconoscere. Non parlo di crimini, ma di richieste di prestiti: i giocatori sono abili raccontatori di bugie...». C’è poi il gioco on-line, «un problema grosso, ancora molto sommerso e riguardante soprattutto i giovani», che verrà affrontato con progetti ad hoc nelle scuole. Infine la pubblicità ingannevole, talvolta affidata a testimonial illustri. «La nostra è una battaglia contro i mulini a vento. Siamo abituati a perdere, ma non ci arrendiamo».
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