Gilmozzi ci prova: pronto a candidarmi

Olivi resta in giunta. Verso l’accordo con l’area di Nicoletti e Borgonovo. L’ex assessora: «Serve un segretario agguerrito»


di Chiara Bert


TRENTO. Non è ancora una candidatura ufficiale ma qualcosa che gli assomiglia molto. All’assemblea provinciale del Pd, ieri sera nella sala Rosa della Regione affollata da tanti big del partito, Italo Gilmozzi ha rotto gli indugi e, preso atto che Alessandro Olivi ha deciso di non candidarsi, ha deciso di fare un passo avanti verso la segreteria del partito: «Sono pronto a proseguire il percorso di confronto che abbiamo avviato per arrivare nelle prossime ore ad una condivisione ampia, anche con l’area del partito che è stata più critica nei confronti del governo provinciale», ha detto l’assessore comunale ai lavori pubblici di Trento. Le notizie della giornata di ieri sono due. La prima, ampiamente annunciata, è che il vicepresidente Olivi (ieri assente all’assemblea) dopo tanti tentennamenti (e un forte pressing arrivato anche negli ultimi giorni dai circoli della Vallagarina, che avevano pronto un comunicato stoppato all’ultimo) resterà al suo posto in giunta provinciale. La seconda è che i contatti febbrili delle ultime ore - protagonisti Olivi, l’ex assessora Donata Borgonovo Re, i parlamentari Giorgio Tonini e Michele Nicoletti - hanno registrato la volontà di arrivare ad una convergenza tra le diverse anime del partito, quella governativa che fa riferimento a Olivi, quella renziana di Tonini e Elisa Filippi, e quella di Nicoletti-Civico e Borgonovo, e la disponibilità a sostenere Gilmozzi come candidato segretario. Ieri era tornato a circolare anche il nome della consigliera Lucia Maestri, ma Gilmozzi pare il più adatto a tenere insieme aree che per anni si sono scontrate in una guerra di faide.

L’intenzione dei protagonisti dell’accordo, Olivi in primis, è di giocare un ruolo in prima persona al congresso, candidando nelle liste (bloccate) a sostegno di Gilmozzi. «Abbiamo bisogno di un segretario molto solido, agguerrito perché avremo a che fare con persone di grande competenza nella gestione del potere, in grado di tenere testa a colleghi molto esperti. Non possiamo sederci a quei tavoli con la Vispa Teresa. Io a quel tavolo non siederò». Donata Borgonovo Re tratteggia così l’identikit del futuro segretario. Sulla candidatura di Elisabetta Bozzarelli, proposta dai giovani amministratori, ha parole di apprezzamento: «Mi sembra una bella proposta che arriva da colleghi più giovani e freschi». Il dialogo con l’ala governativa di Olivi e Gilmozzi è aperto. «Certamente serve un ragionamento sull’organizzazione interna del partito - riflette riferendosi al focus della tesi di Bozzarelli, incentrata sul radicamento sul territorio - in questi anni abbiamo sofferto tantissimo, è mancata una connessione tra l’assemblea, i territori e la dirigenza provinciale. Abbiamo lavorato come monadi, ma il partito è un’altra cosa e noi abbiamo urgente bisogno di rifondare la nostra dimensione collettiva». Ma, aggiunge Borgonovo, «l’analisi interna non basta. Oggi ci serve anche una forte autorevolezza per metterci in relazione con l’esterno». E a chiarire che l’esterno sono anche gli alleati di coalizione, la consigliera precisa: «Non possiamo essere secondi o succubi, questo l’abbiamo già sperimentato». Di congresso ha parlato anche il deputato ed ex segretario Michele Nicoletti, che su Facebook ha fissato alcuni paletti: «La mozione che io sosterrò - ha scritto - avrà al primo punto un forte impegno per il sì al referendum sulla riforma costituzionale e sosterrò una segreteria provinciale che lavori pancia a terra per questo obiettivo». «Basta questo a definire una mozione congressuale?», si è chiesto, «certamente no, ma questo chiarimento è essenziale. Serve poi un impegno a sostegno al processo di riforma dell’autonomia nel quadro regionale». Per Nicoletti, giunti alla metà della legislatura, «serve un momento di riflessione in cui il Pd come partito che si propone al governo del Paese dovrà riproporsi come punto di riferimento della coalizione provinciale e il Pd del Trentino dovrà esercitare la propria responsabilità di federatore e guida di questo processo a livello locale». Infine, avverte, «il Pd dovrà decidersi di aprirsi con coraggio, bonificando il proprio terreno dalle piccole guerre di posizione e costruendo quello che la società trentina si aspetta: uno spazio aperto alle migliori idee». Intanto Paolo Boninsegna (portavoce del circolo Pd di Dro) smentisce di essere schierato con Bozzarelli: «Per adesso no».













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