Gestioni associate, vincono i Comuni

Ok al testo in commissione: la soglia scende a 3 mila abitanti. Ma il presidente di Comunità non potrà essere un sindaco


di Chiara Bert


TRENTO. Sulle gestioni associate vincono i sindaci: avevano chiesto di escludere dall’obbligo anche i Comuni sopra i 3 mila abitanti, e non solo quelli sopra i 5 mila come nel disegno di legge depositato dalla giunta provinciale, e così è stato. Con però una condizione: dovranno assicurare gli stessi livelli di spesa delle gestioni associate di 5 mila abitanti. In questo senso andavano anche gli emendamenti di Progetto Trentino con i consiglieri Viola, Simoni e Zanon, mentre la giunta ha bocciato l’emendamento di Fasanelli (Misto) che chiedeva un taglio secco incondizionato da 5 mila a 3 mila abitanti.

Ieri il testo che riforma le Comunità di valle ha ottenuto il suo primo via libera in prima commissione, dove è stato approvato con il voto favorevole del presidente Luca Zeni e di Mattia Civico (Pd), Gianpiero Passamani (Upt) e Walter Kaswalder (Patt), mentre hanno votato contro Rodolfo Borga (Civica) e Maurizio Fugatti (Lega). Astenuto Marino Simoni di Progetto Trentino. Il disegno di legge approderà in aula a inizio novembre. Ecco le novità principali introdotte dopo il dibattito in commissione.

Deroghe. Sempre con un emendamento della giunta è stato previsto l’esonero dell’obbligo della gestione associata per i Comuni che, dal 2013 fino alle elezioni comunali del prossimo anno, hanno avviato la procedura per la fusione e per quelli che vogliono fondersi in un comune di almeno 2000 abitanti. Il Comune di Rovereto, poi, grazie a un emendamento dell’assessore che di fatto ha recepito la proposta del consigliere leghista Claudio Civettini, viene riconosciuto come area geografica e quindi ottiene uno status più autonomo.

Governance: presidente “super partes”. Sugli organi di governo il confronto è stato particolarmente acceso tra le forze politiche. Nella versione approvata ieri in commissione resta l’incompatibilità tra la figura del presidente della Comunità di valle e le cariche di sindaco e consigliere. Su questo punto non è dunque passata la richiesta del Consiglio delle autonomie che avrebbe voluto aprire ai sindaci-presidenti per garantire più protagonismo ai Comuni. Respinte anche le richieste che i consigli delle Comunità fossero composti solo da amministratori: resteranno aperti ad esterni. Su questo fronte le distanze con le minoranze restano tutte, come ha più volte sottolineato Simoni. Da una parte Progetto Trentino, Lega, Civica Trentina che chiedono una rappresentanza basata sui sindaci, dall’altra Daldoss e la maggioranza che difendono un’impostazione delle Comunità come organi istituzionali terzi rispetto alla Provincia e ai Comuni. Una scelta quest’ultima, secondo Borga, che espone la legge a ricorsi alla Corte Costituzionale.

Recependo invece la proposta di Walter Viola, l’assessore ha accolto la possibilità di prevedere nello statuto delle Comunità di valle la conferenza dei sindaci. Modificato anche l’articolo 1 della legge, dove si delineano i principi della riforma, recependo quello contenuti nel ddl Viola: si punta quindi sul riconoscimento della centralità dei Comuni.

Nuove competenze. Una novità introdotta su proposta della giunta riguarda l’ampliamento della tabella delle attività che andranno gestite in forma associata dai Comuni: la principale è la gestione urbanistica e del territorio, poi il commercio e la gestione dei beni demaniali. Nel disegno di legge è stato inserito anche un altro principio contenuto nel testo di Progetto Trentino, che riguarda i livelli minimi delle prestazioni che le Comunità danno a cittadini e aziende. E’ stato anche modificato l’articolo uno, dove si delineano i principi della riforma, recependo quelli contenuti nel ddl di Walter Viola: si punta quindi sul riconoscimento della centralità dei comuni e sulla forma associata dei comuni.

Partecipazione. Resta in sospeso, in attesa dell’aula, l’articolo 24 sulla possibilità di allargare ai sedicenni il diritto di partecipazione nel percorso di discussione sulle decisioni delle Comunità. Soddisfatto Daldoss: è stato individuato l’obiettivo con strumenti che «rafforzano la presenza del territorio duale dei comuni e della provincia, con le Comunità quale livello associativo decisivo per consentire ai territori una programmazione superiore».

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