Genitori giardinieri: e l’asilo risparmia

Al “Pedrotti” papà e mamme ieri al lavoro con badili, rastrelli, carriole e tagliaerba: «Ma è anche per stare assieme»


di Emanuele Del Rosso


TRENTO. «Facciamo finta di sgobbare, ma intanto in realtà ci divertiamo». Sono modesti Corrado, Andrea, Massimo e Stefano, quattro dei papà che ieri mattina, per la prima volta, si sono messi a lavorare alla manutenzione dell’istituto dove mandano i propri bambini: la scuola materna equiparata “Pietro Pedrotti” di via Vittorio Veneto. Taglio siepi, pulizia del parco giochi, cura dell’orto didattico, sistemazione dei tavoli, cambio lampadine, stucco, pitture e quant’altro: c’è parecchio da fare, in un istituto che, tra il resto, vanta una storia più che centenaria. Nacque infatti nel 1879 e dal 1922 la sua sede è quella odierna: un maestoso edificio giallo pastello con un ampio cortile sul retro. Naturalmente, la manutenzione di uno stabile come questo impone una certa dose di “olio di gomito”: così, qualcuno porta sacchi di terra con delle carriole, altri lavorano con la pala negli angoli del cortile meno “in forma”, c’è chi sradica erbacce, chi riposa, e anche chi guarda soltanto e se la ride. Come Andrea: «Io faccio il supervisore».

Il clima è rilassato e alcuni bambini scorrazzano allegri attorno ai papà indaffarati. «Ci prendono in giro mentre lavoriamo, chiamandoci con i nomi che avevamo durante la recita scolastica dei genitori di qualche settimana fa», spiegano. Nessuna pressione insomma. Eppure, i risultati arriveranno: «Grazie all’aiuto di alcuni dei papà possiamo risparmiare migliaia di euro l’anno», spiega Giorgio Margoni, che fa parte dello staff della scuola. Si è potuto infatti fare a meno del giardiniere, che veniva pagato per vari lavori di manutenzione durante tutto il periodo di apertura dell’istituto. Ad ogni modo, prosegue, non si tratta soltanto di un fatto meramente economico, non è solo questione di risparmiare: «È soprattutto una magnifica occasione di aggregazione, di socializzazione tra le famiglie, perché questo non è solo un posto dove si portano i propri bambini mentre si va a lavorare, per poi tornare a riprenderli a fine giornata. È invece un luogo di crescita». A riprova di questo, dopo una mattinata di fatiche, tutti quanti i volontari, assieme a figli e mogli, potranno godersi un bel pranzo proprio nell’ampio cortile che stanno contribuendo a risistemare. «Poi però si torna a lavorare», scherza Giorgio.

Lo stesso pensiero è condiviso dai tutti i genitori al lavoro, che spiegano come condividere del tempo facendo qualcosa di bello per i propri bambini aiuti a rinsaldare rapporti che possono uscire al di fuori degli incontri occasionali, per diventare vere e proprie amicizie: «Un esempio di come lavorare assieme consenta di divertirsi, conoscersi meglio e fare qualcosa per la comunità».

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