Garante e cultura, l’aula rischia lo stallo

Diecimila emendamenti contro l’ente unico dei musei. Simoni (Pt): «Rinunciare all’ostruzionismo alla fine non paga»


di Chiara Bert


TRENTO. L’ostruzionismo delle minoranze ha vinto in due occasioni: sull’omofobia (con la maggioranza costretta a ripiegare su una mozione) e mercoledì sulla doppia preferenza di genere (legge ritirata). Le opposizioni incassano un’indubbia vittoria politica, e ora ci si chiede se la linea dura d’aula sarà l’atteggiamento che adotteranno anche nelle prossime tornate del consiglio provinciale, dove arriveranno - nell’ordine - il disegno di legge del Pd sul Garante dei detenuti e poi la riforma della cultura dell’assessore Mellarini. Su quest’ultima in trincea c’è Progetto Trentino, l’opposizione fin qui più morbida al governo di Ugo Rossi, che intende dare battaglia contro il cda unico dei musei. «Stiamo lavorando a 10 mila emendamenti», conferma il capogruppo Marino Simoni. «Abbiamo constatato che chi si comporta correttamente come noi, sentendosi accusare di inciuci con la maggioranza, alla fine si ritrova con un pugno di mosche, mentre viene premiato chi fa la voce grossa. Allora dimostreremo che l’ostruzionismo sappiamo farlo anche noi, e la maggioranza dovrà trattare se non vuole rischiare un’altra debacle, perché loro hanno cambiato le carte in tavola e ci hanno presi in giro dopo aver fatto un accordo». «Si è visto che su temi importanti la maggioranza non ha una visione unitaria».

A guardare con interesse all’irrigidimento di Pt è la Lega: «Noi saremo al loro fianco», annuncia Maurizio Fugatti, «anche sulla cultura sono emerse tutte le contraddizioni di questa maggioranza». La Lega è pronta a dare battaglia sul Garante dei detenuti: «Presentarlo nel momento più difficile per la polizia penitenziaria è una provocazione che respingiamo». «Abbiamo fermato in modo pesante due sole leggi, non ci vengano a dire che abbiamo bloccato l’aula, la quadra si è sempre trovata». Rodolfo Borga (Civica), uno dei paladini dell’ostruzionismo, a sorpresa tira il freno a mano: «L’ostruzionismo fine a se stesso non serve. In queste due legislature è stato usato con raziocinio, per ottenere modifiche che altrimenti non si otterrebbero. Sulla cultura io sono contrario al cda unico e ritengo inutile il garante dei detenuti. Ci troveremo con le minoranze e ci confronteremo». Il governatore Ugo Rossi solleva il tema di una modifica al regolamento d’aula che consenta alla maggioranza di attuare il programma. Per Alessio Manica «il potere di veto delle minoranze oggi è eccessivo»: «Così si scardina il sistema maggioritario. Senza vendette, la maggioranza dovrebbe lavorare per trovare i due terzi necessari a cambiare le regole». E sui prossimi mesi il capogruppo Dem avverte: «Se posso capirlo su temi valoriali, voglio vedere come sarà spiegato l’ostruzionismo sulla riforma della cultura».













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