Furto in chiesa, coppia indagata

L’accusa per i vicentini sarebbe quella di ricettazione. Il colpo nell’agosto scorso



TRENTO. L’indagine è partita a Brescia, è stata condotta dai carabinieri di Venezia ed è finita a Vicenza. In mezzo il Trentino dove, ad agosto, si era registrato un furto in chiesa. E ciò che era stato trafugato, ora è stato ritrovato. Dove? In casa dove erano stati nascosti una sessantina di arredi sacri oggetto di furto. È questa l'ipotesi del pubblico ministero Barbara De Munari, che ha avviato un'indagine a carico di una coppia di vicentini. F.D. L., 68 anni, e E. C., 60, residenti in città in strada Marosticana, sono stati iscritti sul registro degli indagati con l'ipotesi di ricettazione. La coppia, assistita dall'avvocato Andrea Toldo, avrà modo di farsi interrogare per chiarire la sua posizione o di far ricorso al tribunale del Riesame per vedersi restituire tutti gli oggetti sequestrati dai carabinieri.

L'inchiesta dei militari della Tutela del patrimonio culturale di Venezia era scattata nelle scorse settimane. Gli inquirenti stavano indagando su alcuni furti compiuti in chiese del Bresciano e della provincia di Trento nel mese di agosto, e alcune tracce li avevano portati a Vicenza. L’uomo indagato, fra l'altro, in passato era rimasto coinvolto in analoghe indagini da parte della magistratura veneta.

Nel corso di una perquisizione, i carabinieri hanno trovato e sequestrato parecchio materiale nella disponibilità della coppia, e in parte tenuto nel bagagliaio di una Volkswagen Passat. Fra l'altro, sono stati recuperati calici, crocefissi, fregi, una porta di tabernacolo con angeli, alcune pianete (sono paramenti ecclesiastici), stole, e ancora delle bolle con reliquiario e una statuetta di Cristo. In base a quanto ricostruito, almeno una parte di quel materiale era stato rubato da ignoti nel corso di alcuni furti e, secondo l'accusa, i due vicentini non potevano non conoscere l'origine di quegli arredi. Il loro valore resta al momento da quantificare, ma si tratterebbe di cifre importanti. Si tratta di oggetti che hanno, infatti, un valore artistico e storico oltre che «affettivo» per le comunità religiose dove questi oggetti erano stati rubati. La coppia ora potrà spiegare come ha fatto ad entrare in possesso di questo materiale. Gli oggetti sacri e le opere d’arte che si trovano nelle chiese sono spesso oggetto di furti e c’è un vero e proprio mercato nero di questo tipo d’oggetto. Un mercato sul quale vigilano instancabili i carabinieri della Tutela del patrimonio culturale di Venezia.













Scuola & Ricerca

In primo piano