Fulmine sul polo museale evacuata la biblioteca

Forse si è abbattuto sui giardini Perlasca. Nessun danno alla cupola del Mart ma la saetta ha fatto scattare il sistema antincendio a gas argon degli archivi



ROVERETO. Il botto si è sentito in tutto il centro, attorno alle 17.20. Un fragoroso fulmine si è abbattuto in una zona imprecisata attorno alla biblioteca civica e al Polo museale. Subito si sono spente le luci, ha iniziato a suonare l’allarme della vicina Banca popolare dell’Emilia Romagna, all’angolo tra corso Bettini e via Sticcotta, e i circa trenta ragazzi che stavano studiando in sala lettura, al primo piano della vecchia biblioteca, sono stati evacuati.

La scarica abbattutasi nelle immediate vicinanze, assieme all’immancabile black out, ha fatto partire il sistema di allarme antincendio della biblioteca. Il secondo piano del palazzo dell’Annona, che ospita gli archivi della biblioteca, si è saturato di gas argon, liberato dalle bombole che si attivano con un automatismo quando la centralina registra un principio d’incendio. L’argon ha la funzione di soffocare le eventuali fiamme, ma in questo caso di incendio non c’era nemmeno l’odore. In compenso, i bibliotecari sono dovuti scappare a gambe levate dall’archivio, unendosi agli studenti che si incolonnavano per trasferirsi chi nelle sale della nuova ala, chi a prendere una boccata d’aria sotto la cupola del Mart, mentre infuriava il temporale.

Sono intervenuti subito i pompieri, con un’autobote e un’autoscala: l’allarme ha risuonato anche nella casserma di via Abetone, collegata con i sistemi antincendio degli edifici pubblici.

Un sopralluogo sul tetto di palazzo Annona ha rivelato che il fulmine non si è abbattuto lì. Nemmeno una tegola fuori posto, nessun segno della fortissima scarica elettrica. Una testimone, l’ex consigliera comunale Laura Bettini, era proprio sotto la cupola ed è certa di aver visto il lampo colpire il lato destro della passerella soprelevata del Mart. Ma anche qui i pompieri non hanno trovato alcuna traccia. L’ipotesi è che lo spostamento d’aria, unito al forte campo magnetico creato dal fulmine - caduto forse su qualche albero ai giardini Perlasca o sul parafulmine di qualche edificio privato - abbia innescato il sistema d’allarme, che a sua volta ha attivato le procedure automatiche di sicurezza. «La botta l’abbiamo sentita tutti, e credo si sia sentita pure in città - spiega il direttore della biblioteca Gianmario Baldi - ma a quanto ci risulta non ha colpito i nostri palazzi. Danni non ce ne sono stati, eccettuato un po’ di polvere bianca caduta dai pannelli di cartongesso dei conroffitti, Certo, gli allarmi sono scattati, ora ci toccherà verificarli».

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