Frana: patteggiano gli imputati

Per il masso caduto in via Spalliera pene dai quattro ai sei mesi



TRENTO. Erano le 19.30 dell'8 febbraio del 2008 quando un masso di 200 metri cubi si staccava dalla collina e centrava la casa delle sorelle Pedrotti in via della Spalliera. Dopo tre anni e mezzo finisce la vicenda giudiziaria con quattro patteggiamenti, un abbreviato e un risarcimento danni da 800 mila euro. Gli avvocati degli indagati avevano chiesto il proscioglimento per il disastro colposo: richiesta che non ha avuto seguito anche se è giunta l'assoluzione per le lesioni colpose.

Hanno patteggiato sei mesi Aldo Filippi, Silvio Zeni e Marco Carli e a quattro mesi Emanuele Paris. Paolo Pergher ha scelto il giudizio abbreviato e a fronte di una richiesta della pm Maria Colpani di 9 mesi, il giudice Forlenza ha deciso per una pena di 6 mesi.

Quella sera di febbraio nella casa di via spalliera c'erano Olimpia, Liduina e Noemi Pedrotti ma solo le prime due vedono la fine della vicenda: Noemi è morta nel luglio dello scorso anno. 5 gli indagati per il fatto. Aldo Filippi (Saf costruzioni e committente dei lavori), Emanuele Paris (titolare dell'Alpenscavi, l'azienda al lavoro), Silvio Zeni (ingegnere e coordinatore della sicurezza), Paolo Pergher (geologo) e Marco Carli (architetto). Le posizioni dei cinque erano intrecciate ma diverse. Al geologo Pergher si imputava una carenza nella relazione geologica. Al direttore dei lavori si imputava invece di non aver nominato un geologo che, anche in fase esecutiva, seguisse lo scavo in una zona così delicata.

Il committente era invece accusato di aver avuto un comportamento che ha portato a sottovalutare l'effettiva condizione di instabilità del fronte di scavo. Il coordinatore della sicurezza era accusato di aver omesso di verificare che fosse nominato un geologo che garantisse la corretta esecuzione dei lavori. Inoltre avrebbe consentito delle modifiche sulla geometria del fronte di scavo con l'eliminazione dei gradoni. Infine il titolare della Alpenscavi era accusato di aver modificato la geometria di scavo rispetto a quello che era il progetto originario arrivando così all'eliminazione di quei gradoni che avrebbero favorito una maggior stabilità.













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