il caso

Fondo, l’acqua di Tret è a rischio inquinamento

Le ultime rilevazioni nel comune della val di Sole hanno mostrato presenza (ancora nella norma) di coliformi. È colpa dei liquami dispersi nei campi dagli allevatori di oltre confine provinciale


di Giacomo Eccher


TRET. Preoccupazione nella piccola frazione di Fondo, lungo la strada delle Palade, per la sicurezza igienica delle sorgenti che alimentano l'acquedotto potabile attualmente interessato da un importante intervento di potenziamento con la realizzazione di un nuovo serbatoio di accumulo anche con funzioni di riserva antincendio.

A destare allarme tra i censiti è la collocazione delle sorgenti che si trovano circa quota 1.600 metri, poco a valle del lago Santa Maria (o di Tret) che però cade in provincia di Bolzano. Le sorgenti invece sono in provincia di Trento ma quasi a ridosso del confine. Esse, come prevede la Carta delle risorse idriche valevole in Trentino, sono protette ad una fascia di rispetto in mappa che però serve a poco. Infatti, a poca distanza a monte ci sono i pascoli dove gli allevatori altoatesini spargono tranquillamente il letame come fertilizzante, che con le piogge ed il dilavamento del terreno alla fine interferisce con le prese potabili creando una giusta preoccupazione.

In municipio a Fondo però minimizzano. «Vietare di spargere letame oltre l'area di salvaguardia delle sorgenti non è possibile e non può dipendere da noi, oltre i confine non possiamo dire nulla, ma la situazione è comunque nella norma anche se indubbiamente il fastidio esiste», spiega il responsabile dell'ufficio tecnico comunale, architetto Giuliano Moscon.

La preoccupazione però è evidente anche tra gli amministratori che per garantire la potabilità dell'acqua intervengono con un dosaggio di cloro, che fa fastidio in un paese di alta montagna come è appunto Tret.

La questione si innesta anche con il rifacimento parziale della rete idrica con un investimento (di progetto) di poco meno di mezzo milione di euro (488.000,00 per l'esattezza ) appaltato alla ditta Zabo di Cavareno per la somma ribassata di 358.000 euro. I lavori tra l'altro hanno riguardato la costruzione di un nuovo serbatoio a monte della località Plazze (dove c'è anche l'albergo Scoiattolo) per rivolvere così una quasi atavica carenza idrica del paese e munirlo finalmente di una efficace sistema antincendio.

«Durante i lavori talvolta è stato necessario chiudere i ramali e quando l'acqua riprende e scorrere è facile che si determini un'accentuazione dell'odore di cloro, ma siamo comunque nella norma», dice tecnico. Ma le ultime analisi arrivate in municipio dalla ditta incaricata della campionatura segnano un aumento di presenza di coliformi anche se nei livelli tollerabili. Quello che è certo è le che le sorgenti sono a rischio liquami come aveva dimostrato, con un ingente dispiegamento di forze coinvolgendo l'autobotte dei pompieri che hanno inondato in abbondanza di acqua e traccianti i terreno “incriminati” e lo studio del geologo trentino Armando Chini che era stato incaricato dalla precedente amministrazione Bonadiman.













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