«Filiera del legno, la Comunità regista»

Il vicepresidente Ganarin: «I ritorni economici a lungo termine devono essere anche per i Comuni non solo dei privati»


di Marika Caumo


VALSUGANA. Filiera del legno? «Si, si può fare, ma solo se tutti gli attori in campo rinunciano a qualcosa subito, per avere più guadagno in futuro».

Il vicepresidente della Comunità Carlo Ganarin non ha dubbi, l'idea di una filiera che dal bosco arriva agli edifici prefabbricati sta in piedi. Qualche contatto tra il Gruppo Paterno, titolare della X-Lam ed intenzionato a realizzare una segheria in valle, e i tre Comuni del Tesino, territorio ricco di boschi, di ripresa forestale, di legname da opera, la materia prima da cui partire, c'è già stato. «E la Comunità di valle - spiega Ganarin, con un pizzico d'orgoglio nei confronti del bistrattato ente intermedio - è stata chiamata a fare da regia, dando supporto tecnico e burocratico, e cercando di fare sintesi, in modo che se ci si presenta in Provincia lo si fa come unico soggetto, con un progetto unitario». Ed aggiunge: «Deve esserci un corrispettivo economico, sia per i Comuni sia per i privati, tutti devono guadagnarci qualcosa da questa operazione, ma perché ciò avvenga è importante fare sinergia, rinunciare tutti a qualcosa subito in termini di potere economico per poi, tra 10 anni, guadagnare tutti di più». In sostanza va trovato un accordo sui prezzi del legname e i contratti pluriennali, senza che nessuno ci rimetta la pelle.

Un progetto questo che va ad integrarsi e completare, nell'ottica di filiera del legno, quello avviato dalla Comunità di un impianto di cogenerazione a biomassa da realizzare tra Borgo e Castelnuovo, che coinvolge tutti i 21 Comuni della Valle. Si tratta di un investimento da 7 milioni di euro, finanziato per metà dalla Provincia, per fornire calore ad una serie di utenze pubbliche (ospedale, scuole, centro sportivo, piscina, ostello, polo protezione civile, casa di riposo, eccetera) utilizzando una nuova rete di teleriscaldamento. L’impianto avrà una potenza di picco pari a 6.833 chilowattora. La biomassa legnosa necessaria per garantire la funzionalità dell’impianto è stata individuata nel raggio di 70 chilometri (cippato ricavato da scarti di lavorazione e pulizia dei boschi) e sul suo utilizzo c'è già uno studio di fattibilità curato dalla Stet di Pergine, supportato dal piano finanziario e forestale, che eventualmente, spiega Ganarin, può essere integrato per la parte relativa alla ripresa di legname da opera dei tre Comuni tesini. Ma anche gli altri Comuni della Bassa Valsugana potrebbero aggiungersi, fornendo il legname attraverso contratti pluriennali, chiediamo. «Si parte con un nocciolo, poi si agganciano anche gli altri. Basterebbe la buona volontà da parte di tutti per iniziare, l'energia è un costo che sta diventando molto esoso e se ne stanno accorgendo», conclude il vicepresidente della Comunità.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Elezioni

Europee: Sara Ferrari per il Pd, Paccher per la Lega

I Dem scelgono la deputata per la corsa a Bruxelles:  «Voto fondamentale per frenare i nazionalismi». Il presidente del consiglio regionale: «Ringrazio il partito. Porterò avanti i temi legati alla montagna»