Fideiussione, patteggia LaVis

Sanzione da 25 mila euro per la cantina. E gli ex soci chiedono di poter diventare parti civili



TRENTO. Per la cantina LaVis, la questione si è chiusa ieri con un patteggiamento (25 mila euro di sanzione) davanti al giudice Ancona. Si è invece deciso per un rinvio - con unificazione dei due fascicoli pendenti in tribunale - per definire le posizioni dell'ex presidente della cantina Roberto Giacomoni, l’ex direttore generale Fausto Peratoner e per l'ex vicedirettore Cesare Andermarcher. Limitatamente al procedimento di oggi, l'accusa che viene mossa dalla procura è quella di aver ostacolato organi di vigilanza per non averli informati della fidejussione da 12 milioni e 200 mila euro rilasciata dalla LaVis alla finanziaria Isa spa, che non è in alcun modo coinvolta nell'inchiesta, in favore della controllata Ethica spa, al momento dell'acquisizione di Casa Girelli.

La posizione della cantina è quella che riguarda la responsabilità amministrativa degli enti ed è su questo che la questione si è chiusa con il patteggiamento e la sanzione di 25 mila euro. In apertura di udienza l’avvocato Mauro Bondi ha chiesto di ammettere alla costituzione di parte civile altri 9 ex soci. In totale al momento sono quindi 17 quelli che vorrebbero entrare nel procedimento ma su questo aspetto si deve aspettare la decisione del giudice sull’ammissione. E se la decisione fosse positiva è probabile che le parti civili possano lievitare. Quello che gli ex soci vorrebbero è di vedersi restituire il valore dell'uva conferita nel corso della vendemmia 2009 che erano stati trattenuti dalla Cantina dopo la decisione dell'assemblea dei soci del 21 gennaio 2011. Intanto sul patteggiamento della cantina esprimono soddisfazione per veder riconosciuto quello che a suo tempo avevano sostenuto.

Tornando all’udienza di ieri, si è deciso per l’unificazione dei due fascicoli per Giacomoni, Andermarcher e Petatoner. Se uno riguarda appunto, l’ostacolo agli organi di vigilanza, l’altro è relativo ai cosiddetti «incarichi fantasma». Due le ipotesi di reato che vengono ravvisate e sono quelle di fatture per operazioni inesistenti o le dichiarazioni infedeli. Per ricostruire la vicenda bisogna partire dal 2005 anno in cui LaVis acquista Casa Girelli e viene dato vita ad un nuovo consiglio d'amministrazione del quale, oltre ai due fratelli Girelli, fanno parte Giacomoni, Peratoner e Andermarcher. Nella prima riunione viene concordato il nuovo assetto e vengono determinate le indennità di carica per Paratoner e Andermacher che sono chiamati a svolgere per Casa Girelli le stesse funzioni che hanno a LaVis. Per loro si tratta di un raddoppio dell'incarico per il quale è previsto che Girelli paghi a LaVis 345 mila l'anno a testa. Le fatture che entrano nel fascicolo della procura sono 5 e coprono l'arco temporale che va dal 2005 al 2009. Due sono da 345 mila euro e 3 da 690 mila. Il caso era finito in procura e in particolare nelle mani del sostituto Pasquale Profiti. Il quale dopo aver verificato la situazione e fato accertamenti, aveva chiesto l'archiviazione. Incontrando il no di Ancona.

Ora sulle due questioni sarà chiamato a decidere il giudice Forlenza.

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