trento

Fermato con la pistola (finta) in centro

Giovane bloccato dalla polizia in piazza Duomo: seduto al bar farneticava sulla possibilità di uccidere tutti in piazza Dante



TRENTO. Parapiglia nel pomeriggio di ieri in piazza Duomo per un ragazzo sudamericano che, forse a causa anche dell’abuso di alcol, ha dato in escandescenza, vaneggiando di stragi in piazza Dante. E con lui aveva una pistola. Una scacciacani, quindi innocua, ma sempre di una pistola si trattava. La situazione è tornata alla normalità con l’intervento di una volante della polizia che ha calmato il giovane, lo ha accompagnato in questura e ha preso in consegna la scacciacani.

Mancavano pochi minuti alle 18 quando tutto ha avuto inizio al bar Tridente. Ci sono diversi clienti quando il giovane prende posto ad uno dei tavoli. E comincia a parlare. Appare in stato confusionale, le parole si seguono una all’altra. Il brasiliano parla di servizi segreti, di mercenari, di eserciti. Discorsi confusi e nessuno riesce a capire dove voglia andare a parare. Fino alla domanda che raggela chi la sente. «Che ne pensate se li ammazzo tutti in piazza Dante?» Questa la domanda che il giovane avrebbe posto ai clienti del bar come se fosse una domanda banale, come ad esempio se fosse stata sulle condizioni meteo di questa pazza primavera. Ma le parole era inquietanti, come era «strano» anche il comportamento del ragazzo. Così qualcuno aveva già chiesto l’intervento della polizia. E gli agenti sono entrati nel locale quando i clienti stavano cercando di capire cosa fosse necessario fare per tenere tranquillo il brasiliano.

Ad agire sono stati gli stessi poliziotti che con estrema calma e professionalità si sono avvicinati a chi aveva lanciato l’idea di fare una strage in piazza Dante. Gli hanno chiesto di alzarsi e quando l’altro ha messo una mano in tasca lo hanno bloccato. Ed era in quella tasca che poi è stata trovata una pistola. La scacciacani. L’arma è stata presa in consegna dagli agenti, gli stessi che poi hanno portato il giovane in questura. A quanto pare si tratta di una persona conosciuta con dei problemi che possono aver spinto a fare quello che ha fatto in piazza Duomo. Lo smarrimento e la paura nel salotto della città sono durati una decina di minuti e poi, quando il ragazzo è salito sulla macchina della volante, i volti si sono rasserenati. E ognuno è tornato ai propri impegni e ai propri pensieri.













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